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''Bambini Irregolari'' e Apprendimenti : Ruolo e Competenze dell'insegnante oggi

Oggi la scuola oggi esige la presenza di professionisti in possesso di requisiti ben individuati sul piano delle competenze culturali, pedagogiche, metodologiche e didattiche, oltre che dotati di sensibilità e disponibilità alla relazione educativa con i bambini.
Il requisito primario di tale professionalità è la capacità di leggere le condizioni di vita, psicofisiche del bambino nel contesto del suo ambiente di vita per individuare dove i suoi diritti di cittadinanza necessitano di quel particolare supporto in grado di contribuire a promuoverli e realizzarli.
Si tratta di una condizione imprescindibile per garantire a tutti gli alunni il conseguimento del successo formativo cui è finalizzata l’istituzione scolastica: le strategie, i metodi, i percorsi didattici, gli itinerari educativi possono esplicare la loro reale efficacia solo se affidati a personale adeguatamente formato e fornito di competenze continuamente aggiornate.
La scuola, quindi non solo per l’integrazione degli alunni in situazione di handicap, ma per tutti gli alunni , anche per coloro che non sono né svantaggiati né in situazione di handicap e che addirittura sono iperdotati, La scuola che, nel pieno rispetto della normativa contenuta nel REGOLAMENTO DELL’AUTONOMIA SCOLASTICA di cui al D.P.R. 275/1999, è impegnata ad assicurare il successo formativo a tutti gli alunni e soprattutto a riconoscere ed a valorizzare le diversità : è la scuola della personalizzazione educativa, è la scuola dei Piani educativi personalizzati per tutti i singoli alunni. La scuola dell’integrazione è la scuola nuova, personalizzata, operativa, della ricerca e della riscoperta, la scuola laboratorio per tutti gli alunni e quindi anche per gli alunni in situazione di handicap.
Se non si farà ciò gli alunni in situazione di handicap continueranno e rimanere non integrati ed emarginati, anche se inseriti nelle scuole comuni, con o senza i docenti di sostegno. L’integrazione degli alunni in situazione di handicap non dipende dalla presenza degli insegnanti di sostegno! Ma dipende dalla trasformazione della scuola della lezione collettiva, di necessità uguale per tutti gli alunni, in scuola della personalizzazione educativa e della riscoperta, della scuola che da aula per ascoltare si trasforma in aula laboratorio per apprendere, ciascuno secondo i propri ritmi ed i propri livelli di apprendimento, secondo i propri stili apprenditivi e formativi.
Da trent’anni non si parla più di metodi di insegnamento e i discorsi vertono sul numero dei docenti, sui calendari, sulle discipline , ma non sulle metodologie educative e didattiche, su come occorre insegnare perché tutti gli alunni siano effettivamente messi nella condizione di poter apprendere e formarsi.

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1 A Giuseppe INTRODUZIONE Come si legge negli Orientamenti del 1991: “la scuola si profila come generalizzazione di un servizio educativo di elevata qualità (…), espressione di una progettualità politica e pedagogica consapevole delle sfide provenienti dalle nuove dinamiche della cultura e della società e in grado di tradurre nei fatti la convinzione che l’infanzia rappresenta una fase ineludibilmente preziosa per l’educazione dell’uomo e del cittadino”. Dalla convinzione della validità di tale affermazione e dall’esperienza vissuta nella scuola d’infanzia a contatto con un bambino affetto dal disturbo di attenzione e iperattività (DDAI) è nata l’idea di approfondire il problema dell’integrazione dei bambini irregolari nel sistema educativo scolastico. A seguito dei passi decisivi compiuti in questi ultimi decenni dalla scuola d’infanzia verso la definitiva collocazione all’interno del sistema educativo del nostro Paese – anche attraverso il superamento di una concezione soprattutto assistenziale e, nei casi migliori, di scuola preparatoria.–l’integrazione degli alunni con handicap, e di tutti gli alunni in un regime di autonomia, non può che essere considerata una delle componenti essenziali e irrinunciabili della qualità del servizio scolastico. Da una rassegna degli studi esistenti sull’argomento; in particolare dal saggio “Il trattamento e l’educazione dei bambini irregolari” di Ovide Decroly, è emerso come i bambini affetti da anomalie o problemi ci permettano di comprendere meglio certi meccanismi oscuri del pensiero e dei sentimenti, inducendoci ad affinare i metodi educativi attuali. Tra le strategie pedagogiche in grado di assicurare a tutti gli alunni abili e diversamente abili l’apprendimento e la formazione in un contesto di reale integrazione, quella che fa affidamento sul ruolo e le competenze dell’insegnante nel processo di insegnamento-apprendimento è generalmente considerata indispensabile per un rapporto equilibrato tra gli obiettivi di qualità e le risorse da investire.

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