Simbologia del colore bianco nell’opera di Federico García Lorca

5 Capitolo 1 Il simbolismo lorchiano Il termine simbolo viene dal greco σύμβολον [symbolon] (segno), che a sua volta deriva da σύν (insieme) e βάλλω (gettare), che in composizione significa “mettere insieme” 1 . Il verbo fa riferimento a un’usanza diffusa nell’antica Grecia in virtù della quale gli amici e/o i famigliari dividevano una tessera di terracotta in due metà (tesseræ hospitalitatis) nel caso di una separazione 2 . Ogni individuo o famiglia conservava una metà, aspettando e sperando che avvenisse il ricongiungimento. I due cocci di terracotta si richiamavano a vicenda, poiché l’uno aveva bisogno dell’altro per riunirsi e ritornare ad essere un insieme. Pertanto, il simbolo (la metà della tessera) evoca l’esistenza di una realtà altra assente, che va ricomposta. Al contrario del segno, che “ha un significato fisso, essendo un’abbreviazione (convenzionale) che sta per una cosa conosciuta oppure è un rimando a quella cosa medesima” 3 , il simbolo non ha un codice univoco di lettura, esso “possiede numerose varianti analoghe, e più ne ha a disposizione tanto più completa e appropriata è l’immagine che abbozza del suo soggetto” 4 . I simboli sono prodotti naturali e spontanei, non il prodotto del singolo. “Nessuno può prendere un pensiero più o meno razionale, raggiunto come logica conclusione o 1 M. Cortellazzo – P . Zolli (edd.), DELI – Dizionario Etimologico della Lingua Italiana, Bologna, Zanichelli Editore S.p.A., 1999, p. 1530. 2 P . C. Rivoltella, Simbolo, in F. Lever – P . C. Rivoltella – A. Zanacchi (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, https://www.lacomunicazione.it/voce/simbolo/ (ultima consultazione: gennaio 2019). 3 C. G. Jung, Simboli della trasformazione, Torino, Bollati Boringhieri, 2012, p. 128. 4 Ibidem.