Oltre gli orizzonti del senso: l'avanguardia Punk nella società degli anni Settanta
Nell'anno 1977, nel bel mezzo delle crisi che attanagliano le società d'Occidente – ognuna con le sue sfumature – , la singolare reazione Punk esplode per le strade di quelle stesse città, con una “nuova” forma di rivolta di massa: assai diversa da quella che aveva caratterizzato quella di appena dieci anni prima (“Il Sessantotto”). Una rivolta “superstrutturale”: giocata non su un piano politico-ideologico, ma sul piano dei “segni” sociali.
Il mio lavoro segue l'evoluzione di quel fenomeno sotto un profilo interdisciplinare, abbracciando svariati settori di studio: linguistico-filologico, antropologico, filosofico, culturale o artistico.
L' origine di quest'atteggiamento lo vado a cercare nelle condizioni emergenti delle società civili in questo momento storico. Proprio in quegli anni molte voci si avvicendano a denunciare la nascita di una “nuova società”(Marcuse) sempre più orientata verso il mercato dell'immagine e la materializzazione semiotica dell'esistente.
In quegli stessi anni i “miti” che sorreggono le culture d'occidente da più parti iniziano a crollare, le istituzioni perdono credibilità insieme alle “metanarrazioni”(Lyotard) , e i linguaggi non hanno più il potere tradizionale di “significare” la realtà agli occhi di una parte crescente di popolazione.
Il Punk animato dalla consapevolezza che “there 's no future”, trasportava in vita quell'idea già latente nella cultura decadente della seconda metà del novecento, secondo la quale “niente è vero, tutto è permesso” (W. Burroughs).
Partendo dal basso, e al ritmo di “tre accordi che chiunque è in grado di suonare” costituirà un proprio sistema – di comunicazione, di produzione, di linguaggi... – ed esprimerà una propria visione della realtà andando a rivelare al contempo nuove sensibilità in auge nei nuovi giovani: sensibilità “trasversali a cose come la classe, la razza, il genere sessuale” (Bangs, 358).
Da qui, da questo “rifiuto”, una “nuova occidentalità” emerge dalle rovine stesse del contemporaneo, che fa della propria “im-perfezione” il proprio motivo d'orgoglio.
Seguo l'evolversi di quel “nuovo ordine” sin dalla sua nascita, dalla penombra della accecante luminescenza da “American Dream”, cercando di individuare (anche attraverso esplorazioni in altri ambiti - in Musica, in Arte, nel Cinema - o anche analizzando delle possibili influenze da parte di altre culture, eccetera) i vari passaggi che hanno favorito l'emersione e la diffusione di quella cultura giovanile.
Provo a cogliere i flussi di quel moto sotterraneo ma costante, che si diffonde dall'uno all'altro polo dell'oceano - in quello che è considerato da molti come uno dei più importanti momenti di scambio tra il vecchio e il nuovo mondo nell'ultimo secolo - fino alla sua venuta in superficie, nel Regno Unito degli anni Settanta. Qui, questo tipo di rivolta – il punk e la sua “guerriglia semiotica”(Eco) – sortirà un effetto esplosivo senza precedenti in contatto chimico con una società estremamente legata ai suoi simboli, soprattutto in uno dei più instabili momenti di crisi: economica, sociale, e di identità.
“Il loro fine non era la trasformazione della società”, ha detto qualcuno, ma “l'apertura di spazi desideranti dentro e contro quelli esistenti”. Vedremo come proprio queste "aperture" andranno a scombinare, pur per un breve lasso di tempo, le gerarchie sistemiche nella percezione sociale, ed è noto che gli effetti che ne seguiranno modificheranno radicalmente gli orizzonti della musica e della cultura Pop a seguire.
Anche oggi risulta difficile calcolare la portata dei mutamenti indotti da quel momento.
Cercando di adottare uno sguardo mai statico provo a far dialogare presente-passato-futuro, tenendo conto soprattutto del fatto che oggi siamo ancora dinnanzi alle stesse questioni di allora: oppressione, fuga, creatività, desiderio, etica, differenza, uguaglianza, sessualità, identità... e, non ultimo, realtà.
Anche perciò tutt'oggi il Punk si presenti fluido, sfuggente, multiforme e inquietantemente attuale, e ad'oggi, esercita un fascino ancestrale su molti.
Chiunque sarà interessato a leggere questo lavoro, mi scuserà pertanto se esso si limita a suscitare domande, piuttosto che fornire risposte...
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Informazioni tesi
Autore: | Andrea Lombardi |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Macerata |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere |
Corso: | Lingue e Letterature Straniere |
Relatore: | Sauro Fabi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 297 |
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