Le attrattive culturali per un turismo urbano sostenibile: il caso Tate Modern
L’intento di questo lavoro è di evidenziare le necessità che città ed istituzioni culturali hanno nel momento in cui si vedono coinvolte nel processo di produzione e la possibilità di coordinare livello locale e fruizione turistica grazie ad una pianificazione sostenibile delle risorse disponibili. Lo studio è strutturato in modo da passare in rassegna il panorama di riferimento in generale – turismo, cultura, heritage, città - e di seguito focalizzarsi su aspetti sempre più particolari – il caso inglese, lo heritage industriale - fino a giungere ad analizzare una delle componenti fondamentali dell’offerta turistica urbana: il museo – nel nostro caso particolare, il Tate Modern Museum.
L’ICT (Information and Communication Technology) rappresenta una risorsa indispensabile per la realizzazione di questo tipo di progetto. Di seguito viene analizzato il caso particolare inglese che, alle soglie del Nuovo Millennio ha “preso coscienza” della necessità di possedere degli strumenti di gestione di un turismo che, per le particolari condizioni storiche e culturali, si è sviluppato spontaneamente fino a raggiungere notevole importanza per l’economia del Paese. Il Tomorrow’s Tourism: A Growth Industry for the New Millennium rappresenta il documento che per la prima volta si impegna a descrivere, valorizzare, tutelare ed organizzare ogni settore del turismo inglese, cercando di trarre una stima delle proprie potenzialità nell’ambito di una politica sostenibile.
Nella seconda parte dell’elaborato l’attenzione si focalizza sulla realtà museale di Londra, in particolare viene descritta la nascita, il decollo e la struttura organizzativa della Tate Gallery, uno dei musei europei più visitati. L’analisi delle varie tipologie di finanziamento messe in pratica, dell’attenzione particolare riservata alla promozione e ad una forte pianificazione strategica di marketing metterà in luce lo sforzo di quest’organizzazione di sapersi rinnovare seguendo le tendenze tracciate dai grandi musei americani, pur continuando a testimoniare il suo forte impegno per quanto riguarda la conservazione, la tutela e la valorizzazione del patrimonio artistico inglese.
La terza parte si concentra sull’ultimo nato dei quattro musei che compongono la Tate Gallery: la Tate Modern, galleria d’arte contemporanea internazionale situata nel Bankside, presso la riva sud del Tamigi e ospitata da quella che in passato è stata la centrale idroelettrica che dava energia alla zona industriale londinese, ideata dal celebre architetto Sir Gilbert Scott. Partendo dall’analisi delle motivazioni che hanno portato i membri della Tate a optare per questa localizzazione sono illustrate le conseguenze che tale scelta ha inevitabilmente comportato: la Millennium Commission, organo governativo convocato eccezionalmente per programmare gli eventi per le Millennium Celebrations, ha ritenuto che una collezione d’arte contemporanea inserita in un edificio d’epoca industriale riadattato al nuovo scopo, rappresentasse un simbolo adeguato del millennio alle porte, aperto al futuro ,ma consapevole dell’eredità del passato. Di seguito è poi illustrata la pianificazione dell’”evento Tate Modern” e il parallelo programma di rinnovamento dell’intera istituzione a partire dal lancio di una nuova identità di marchio e di un nuovo sito web. Viene poi illustrata la particolare cura che la Tate Modern pone verso il proprio pubblico ed i suoi bisogni: dall’accoglienza, all’istruzione del personale, allo spazio, tutto è pensato e progettato intorno al visitatore ideale; questo stesso è materia di studio attraverso questionari semestrali indirizzati all’individuazione del proprio target di pubblico. L’analisi del conto economico della Tate Modern, interpretato secondo le direttive dello studio di Fuortes , metterà in luce il suo carattere tipicamente anglosassone di museo “privato” ma ancora fortemente sovvenzionato dal Parlamento ma, al tempo stesso, la sua voglia di spingersi sempre più verso un orientamento al profitto.
Nell’ultima parte verrà preso in considerazione il discorso culturale sullo heritage, in particolare con riferimento al recupero del patrimonio industriale del passato in relazione con la rigenerazione del quartiere di Bankside in seguito alla decisione della Tate di utilizzare l’edificio della centrale elettrica. Attraverso il punto di vista critico di esperti come Hewison ed Hebert saranno sottolineati i rischi che possono essere generati da un recupero senza criterio del passato e dalla sua mercificazione, giungendo però alla conclusione che attraverso una pratica “ragionata” si possano ottenere risultati positivi sia dal punto di vista ambientale, che culturale, che per ciò che riguarda la soddisfazione del pubblico.
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Informazioni tesi
Autore: | Marta Pistis |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2001-02 |
Università: | Università degli Studi di Bergamo |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere |
Corso: | indirizzo turistico manageriale |
Relatore: | Andrea Macchiavelli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 159 |
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