La dimensione onirica in ''Alice in Wonderland'' di Lewis Carroll

Nel seguente elaborato si vuole affrontare il tema della dimensione onirica nella celebre fiaba Alice in Wonderland di Lewis Carroll, nel contesto specifico delle teorie e conoscenze medico-scientifiche dell’età vittoriana, al fine di evidenziare i tratti che hanno contraddistinto l’opera nel panorama della letteratura d’infanzia di quell’epoca.
Nel primo capitolo verranno passate in rassegna alcune delle più importanti teorie avanzate da medici, psichiatri e psicologi vittoriani, riguardanti il sogno, nelle quali era forte il collegamento tra la sfera infantile e la malattia mentale. Da questa prima analisi si comprende che i medici del tempo ritenevano necessario predisporre un rigido percorso formativo psico-sociale per la crescita dei bambini, impostato al rispetto dell’ordine, delle norme e dei codici comportamentali e morali vigenti, percorso che, di conseguenza, tendeva a escludere la libera espressione della fantasia e dell’immaginazione, in quanto manifestazioni di ribellione alle norme suddette.
Per questo motivo, nel secondo capitolo, si analizza uno degli ambiti culturali che ambiva a educare i fanciulli come piccoli adulti: la letteratura d’infanzia. Più nello specifico, si prenderà in considerazione lo sviluppo del genere fiabesco durante il secolo diciannovesimo e la sua affermazione più tardiva in Inghilterra rispetto alla Francia, alla Germania e ai paesi scandinavi. Successivamente, si fornisce una breve analisi biografica di Lewis Carroll, uno degli autori di fiabe più rivoluzionari al tempo della regina Vittoria, e, insieme, un’introduzione ad Alice in Wonderland, la sua opera più celebre e innovativa.
Nel terzo e ultimo capitolo, Alice viene esaminata considerando la ‘sregolata’ logica onirica di cui l’opera è portatrice. Si vedrà come le avventure della piccola fanciulla vittoriana rappresentano il suo inconscio, che risulta essere un mondo totalmente opposto a quello reale, a cui ella appartiene fuori dalla tana del Bianconiglio. Di conseguenza, la fanciulla simboleggia un inno all’infanzia e all’importanza della libera fantasia e immaginazione dei bambini. Inoltre, si sottolineerà come, attraverso la sua fiaba, Carroll intraprese una via diversa rispetto ad alcune delle più importanti teorie mediche dell’epoca, che riscontravano nelle fantasticherie infantili il seme della follia. Per preservare la purezza infantile, l’autore ambientò le vicende nel Paese del ‘wonder’, associando così la bambina protagonista alla sorpresa, alla creatività e all’ingenuità e rivendicando per il sogno e la fantasia dei ruoli fondamentali nella formazione e nella crescita dei più piccoli.