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Il sessismo linguistico

Quotidianamente ricorriamo a espressioni linguistiche improprie, che non sono soltanto grammaticalmente errate, ma anche veicolo di pregiudizi e discriminazioni e ai danni delle donne. In particolare, il presente studio si focalizza su un aspetto specifico, quello di titoli e cariche professionali, la cui declinazione al femminile provoca scontri di opinioni sia tra comuni parlanti sia tra gli esperti della lingua. È più indicato usare il maschile o il femminile per una professione svolta da una donna? Si dice prefetto o prefetta? Avvocato, avvocata o avvocatessa? Questa insicurezza linguistica non è altro che il risultato di secoli di un’organizzazione sociale maschilista, in cui il mercato lavorativo era costituito solo da uomini, specialmente per quanto riguardava le cariche apicali. Tuttavia, la società si trasforma e ci si aspetta che anche la lingua subisca un processo di trasformazione analogo. Tale studio si propone di promuovere in primo luogo una presa di coscienza del ruolo della lingua nella società e degli effetti negativi che da essa possono scaturire –mettendo in risalto chiare linee guida per evitare di inciampare negli stessi– e in secondo luogo rivolgerà una particolare attenzione al ruolo dei media e dei nuovi media nella divulgazione di un messaggio potenzialmente sessista.

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3 Introduzione Il presente studio affronta un argomento estremamente attuale, vale a dire quello del sessismo, declinato, però, nel suo aspetto linguistico: il sessismo generato quotidianamente tramite un uso proprio o improprio della lingua italiana. L’interesse verso il sessismo linguistico è iniziato negli Stati Uniti negli anni Settanta del secolo scorso con la nozione inglese di linguistic sexism, con cui si definisce un atteggiamento discriminatorio nei confronti delle donne esercitato attraverso la lingua. Gli studi sulle differenze di genere (gender studies) – condotti sempre in ambito statunitense – hanno dimostrato che caratteristiche, ruoli sociali e abitudini che uomini e donne assumono nel corso della loro vita (e che determinano i concetti stessi di mascolinità e femminilità) sono frutto di una costruzione sociale e non di insite caratteristiche biologiche. In altre parole, uomini e donne si differenziano durante il loro processo di socializzazione; essendo la lingua un essenziale veicolo di informazioni nella società, non bisogna lasciare che costituisca il mezzo attraverso cui possibili messaggi discriminatori vengano diffusi.

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Informazioni tesi

  Autore: Manuela Margherita Celi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2018-19
  Università: Università degli Studi di Siena
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere Moderne
  Corso: Lingue e culture moderne
  Relatore: Giuseppe Patota
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 136

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