«Stavo solo raccontando delle cose vere… quasi vere» - Analisi di La mia vita disegnata male di Gipi

5 INTRODUZIONE Il presente lavoro si propone di analizzare l’opera dell’autore pisano Gianni Pacinotti, in arte Gipi. L’opera, intitolata LMVDM - La mia vita disegnata male, viene pubblicata per la prima volta nel 2008 e si può classificare come un graphic nove, cioè in definitiva come un fumetto lungo che si rifà alla struttura del romanzo. La scelta di un’opera di questo tipo ha come scopo la messa a fuoco di un genere che non solo sta acquisendo un ruolo sempre più rilevante nel mercato editoriale, estero e italiano, ma appare ormai approdato ad un riconoscimento diffuso di legittimità estetica: ciò ha permesso al fumetto di uscire dalla nicchia in cui era stato relegato ponendosi a tutti gli effetti tra le forme più vivaci della letterarietà duemillesca. In questa prospettiva la scelta di Gipi, invece che di un altro fumettista, è emblematica dato che con le sue opere è riuscito a portare il fumetto all’interno del circuito dei in dei premi letterari. Infatti, è stato candidato due volte allo Strega: la prima volta nel 2014 con Una storia e la seconda nel 2020 con Momenti straordinari con applausi finti. Inoltre, anche i suoi altri lavori hanno avuto molto successo sia di pubblico sia di critica; particolare clamore ha suscitato proprio l’opera scelta per questa analisi. Ma al di là del successo che ha avuto, LMDM è stato scelto come oggetto d’analisi perché contiene molti elementi che caratterizzano lo stile dell’autore: a cominciare dalla componente autobiografica – in questo caso più preponderante che in altre opere – che si mescola e ibrida però con la fascinazione per il mondo fantastico, anche attraverso l’uso inventivo, all’interno della medesima opera, di tecniche e stili grafico/narrativi diversi. Grazie alla presenza cospicua di elementi metanarrativi, LMDM si presta d’altronde particolarmente bene a riflettere sui meccanismi della scrittura fumettistica, sui legami tra testo iconico e testo verbale che caratterizzano il genere. Inoltre, l’opera si colloca anche all’interno di un filone autobiografico o, più precisamente, autofinzionale, che sta avendo un ruolo sempre maggiore nel panorama letterario, anche in campo fumettistico; basti pensare all’enorme successo di autori come Zerocalcare che basano le loro opere su un originale trattamento della dimensione esperienziale. Il lavoro parte da un’analisi della struttura dell’opera, che si presenta particolarmente complessa per l’alternanza di più piani narrativi e prosegue analizzando la figura del narratore. Si passa poi ad osservare la dimensione stilistica, all’insegna dell’uso di