Opera grafica e pittorica di Carlo Michelstaedter
La produzione artistica di Carlo Michelastaedter è costituita per lo più da disegni, o schizzi, realizzati con lapis, gessetto o china e raccolti in 14 album (numerati dalla A alla N) e 4 taccuini (numerati dalla O alla R); a questi vanno aggiunti 9 autoritratti e 14 dipinti ad olio. Il suo segno grafico spazia dalle forme più semplici a quelle più complesse, dal profilo appena abbozzato, alla caricatura, ai ritratti in piena regola.
Lo stile ed il tema di alcune opere richiamano alla mente la sensibilità dei pittori espressionisti e la tormentata visione del mondo di Luigi Pirandello. La riscoperta del suo talento artistico ha importanza sia perchè ci aiuta ad ampliare e completare il quadro della sua personalità sia perchè ci permette di leggere meglio la sua formazione culturale, ben inserita nel contesto storico e ambientale a lui contemporaneo. Disegnava sempre, "per abitudine contratta", dice. I disegni facevano parte della sua vita giornaliera, un gesto quotidiano e spontaneo come leggere, studiare e, ancor di più, passeggiare, mangiare, dormire. Infatti, non esiste un solo pezzo di carta su cui non abbia lasciato un segno, anche nelle lettere dove, spesso, le descrizioni sono accompagnate da schizzi: osservava, descriveva e 'copiava'. Un tema sembra dominare tutto l'itinerario artistico del Nostro:l'espressione, che "...apre nuovi orizzonti e si sviluppa e fa vedere le cose sotto tutt'altro aspetto" e che tanto aveva ricercato ed amato nei grandi pittori, ha la sua sede negli occhi, negli sguardi. Sergio Campailla ha riscontrato che la tendenza alla rappresentazione caricaturale sia apparsa nei disegni del giovane Autore prima di ogni altra forma grafica. Sappiamo che le caricature sono immagini semplificate e ricorrono ad un linguaggio codificato che ne rende facilmente afferrabile il contenuto ed immediata la comprensione del messaggio. Le ultime vere e proprie caricature da lui prodotte sono quelle realizzate per il Gaudeamus Igitur, un giornalino stampato in un unico numero che pubblicarono gli studenti dell'Istituto nel marzo del 1907. L'effetto di comicità, tuttavia, è raro nella produzione grafica di Michelstaedter in quanto sappiamo che la caricatura ha efficacia soltanto se si tiene conto dell'esteriorità, del puro comportamento della forma, indipendentemente da ogni contenuto, mentre egli non prescinde mai da quest'ultimo. Continuando ad esaminare i suoi disegni e schizzi, di stile disadorno, rapido, prodotto con semplicità di mezzi, notiamo come molti di essi rappresentino personaggi grotteschi e sembrino trasferire su un piano grafico le creazioni poetiche di Pirandello. Se la produzione di Michelstaedter è costituita, nei primi anni, soprattutto dal repertorio caricaturale, con un linguaggio prevalentemente "sociale", dopo il 1908 qualcosa cambia: la sua fantasia lo porta a creare disegni i cui temi si ritrovano anche nelle opere dei pittori espressionisti. L'arte figurativa espressionista si esprime con deformazioni perchè nasce dall'idea che le forme compiute, che noi osserviamo nella realtà, siano false, siano delle illusioni. Del tema della solitudine, oltre che di quello tradizionale della strada, certamente tratta quell'eccezionale disegno dal titolo Processione di ombre (1903/4) che, superando i presupposti realistici che l'hanno ispirato, fu proprio la rivelazione del suo talento anticipatore dell'espressionismo. Sono in tutto 14 i dipinti ad olio che egli ci ha lasciato, 12 su tela e 2 su cartoncino, di cui 13 ritratti e un paesaggio. Loro caratteristica principale è la resa realistica dei personaggi. Si tratta di una pittura composta che conserva i valori classici della tradizione italiana, con una predominanza dei toni bruni e sfondi scuri, quasi caravaggeschi, da cui emergono le figure messe in risalto dai tocchi dorati prodotti da una fonte luminosa frontale che si irradia sui volti. Gli autoritratti che abbiamo sono soltanto 9, pochi se messi in rapporto con l'elevata quantità dei disegni da lui prodotti, ma non sono meno importanti perchè da soli possono aiutarci a ricostruire l'itinerario dell'evoluzione stilistica e spirituale di Michelstaedter. Infatti, quelli realizzati fra il 1905 ed il 1907 colgono ancora l'immagine del soggetto secondo gli stilemi classici di compostezza, mentre, in quelli successivi, prevale l'espressione di uno stato d'animo interiore. La valorizzazione della produzione artistica di Michelstaedter ha messo in evidenza la linearità e coerenza dello sviluppo, su tutti i fronti, della sua personalità e la conseguente coerenza con la produzione filosofica e poetica. Si è scoperto come l'artista anticipi il filosofo: mentre, infatti, egli ha imparato ad esprimersi dapprima attraverso il segno grafico, l'organizzazione e la stesura, per iscritto, del suo pensiero in un vero e proprio sistema filosofico è stata una conquista successiva. La nuova forma espressiva, però, non sostituisce l'altra e da un certo punto in poi procedono parallelamente.
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Informazioni tesi
Autore: | Daniela Ceccanti |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1995-96 |
Università: | Università degli Studi di Bari |
Facoltà: | Lettere |
Corso: | Lettere moderne |
Relatore: | Antonia Acciani |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 225 |
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