Naucellius de domo sua et de se ipso: storia della tradizione ed esegesi di Epigr. Bob. 1-9

2 INTRODUZIONE Scopo del seguente lavoro è quello di ricostruire le vicende che hanno caratterizzato gli Epigrammata Bobiensia, una silloge di poesie tardoantiche, ed il testo che le ha trasmesse, il codex unicus Vat. Lat. 2836, riemerso solo nel 1950 grazie al lavoro di Augusto Campana. Si è poi proceduto a ricercare come e in che misura l’influenza del poeta augusteo Orazio si sia manifestata sull’autore di una parte della silloge, il senatore Naucellio, del quale, prima del lavoro di Campana, sapevamo solo essere destinatario di alcune epistole del collega ed amico Simmaco. In prima istanza viene tracciato un quadro storico della situazione: si illustra la tradizione manoscritta ed a stampa risalente alla fine del XV sec., si tenta di ricostruire quale sia stata la sorte dei componimenti e, più in generale, della silloge. In seguito si inquadrano le strutture tematiche dell’opera, si analizzano delle possibili suddivisioni in gruppi più ristretti di poesie e si procede all’analisi di tutto ciò che riguarda la figura di Naucellio. La prima parte di questo elaborato serve dunque a fare il punto, riporta tutti gli studi e le ipotesi che sono sorte nel corso degli anni ed ha il preciso scopo di mettere il lettore nella condizione di potersi muovere autonomamente tra le pagine che seguono. Solo una volta che sono stati forniti questi strumenti, si è proceduto ad un’analisi delle poesie che muovesse dal mero livello linguistico ad un più ampio ed articolato livello tematico. Attraverso tali analisi, svolte singolarmente per ogni poesia ma con richiami intertestuali tra le varie, si è cercato di porre l’accento sulle manifestazioni più o meno evidenti di un modo di fare poesia che avesse un’eco tanto lontana nel tempo. Le difficoltà riscontrabili si intuiscono facilmente: un autore si forma studiando e leggendo i suoi predecessori, ma non per questo la sua produzione ci regalerà degli espliciti riferimenti. Dunque per le attestazioni testuali si sono prese in considerazione tutte le situazioni in cui si avvertiva la presenza di Orazio, le si è sottoposte ad uno scrupoloso raffronto coi passi originari e si è proceduto, ad esito positivo, a riportare nel testo il collegamento. Per le analisi tematiche si è proceduto a segnalare in poesia l’argomento in questione, come e in che misura questo si inserisse nel contesto più grande, e l’eventuale presenza di topoi che rimandassero tanto ai contemporanei, quanto ad Orazio o, in diverse occasioni, al mondo greco. Chiude il lavoro, oltre alla bibliografia utilizzata, una riproduzione fotografica del codex Vat. Lat. 2836 posta in Appendice. Tale strumento viene fornito, oltre che nello