Il dialetto siciliano, tra grecità e latinità. Lo strato bizantino
Lo studioso Varvaro considera errata l’idea che, una volta divenuta provincia romana, la Sicilia abbia subito il processo di latinizzazione. Gli indizi per valutare la situazione linguistica sono scarsi ma la presenza di legende greche, il fatto che Cicerone nomina il suo interprete Valerius ad linguam graecam a proposito di appalti delle decime di Lipari e di una lettera agrigentina fa pensare che alla persistente lingua alta, il greco, si fosse sovrapposta un’altra lingua alta, il latino, che sembra però limitata all’uso interno dell’amministrazione.
Che il greco fosse lingua di moda in uso presso tutta la classe alta dell’isola pare indiscutibile: greci sono i nomi di tutti i siciliani menzionati da Cicerone e stando alle affermazioni dello storico Finley, alla fine dell’età repubblicana, anche la maggior parte degli schiavi era di lingua greca. Quest’ultimo dato è relativo al fatto che, in ogni società schiavista, il determinarsi della solidarietà di classe costringe ad accettare una lingua di scambio che costituisca un mezzo di comunicazione minimo tra genti di varia provenienza e vario livello sociale. Dunque è ovvio che nel caso degli schiavi siciliani tale lingua dovette essere il greco. In età repubblicana il latino in Sicilia era parlato solo da pochi dipendenti dell’amministrazione romana, quindi non si è avuta diffusione della lingua sopraindicata. È difficile affermare cosa sia rimasto delle lingue preromane e anelleniche nel primo secolo ma in un contesto sparso, con consistente presenza di pastori è verosimile che le reti idi interazioni siciliane fossero in parte assai limitate e chiuse e permettessero perciò in alcuni casi la sopravvivenza di lingue che non fossero né il greco né il latino. Per un certo tempo però l’originaria situazione di mosaico linguistico dovette tornare a vantaggio del greco e anche sotto il governo romano. Varvaro, non condividendo il punto di vista di Finley quando afferma «Tutti i siciliani di allora avevano come lingua madre il greco, qualsiasi fosse la loro origine nel lontano passato», sostiene che la diversitas linguistica in senso diatopico e diastratico si sarà senza dubbio semplificata ma non scomparendo in toto perché il latino era pur presente in modo più sensibile sull’asse diastratico che su quello diatopico ma era comunque una lingua madre di un certo numero di siciliani.
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Informazioni tesi
Autore: | Sabrina Perrone |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2013-14 |
Università: | Università degli Studi di Palermo |
Facoltà: | Lettere |
Corso: | Lettere Classiche |
Relatore: | Marina Calogera Castiglione |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 50 |
FAQ
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