Sviluppo industriale in tre province alpine. Belluno, Bolzano, Trento: cause storiche di una differenziazione.
La presente tesi mira a verificare l’esistenza o meno di un modello unico di sviluppo industriale nelle province alpine di Belluno, Bolzano e Trento.
L’attenzione verrà posta sulla provincia di Belluno e sull’operato delle istituzioni locali e troverà spunto in una serie di articoli pubblicati su “l’Unità” nel gennaio 1953 dalla giornalista bellunese Tina Merlin, nei quali essa analizzò i punti deboli della struttura produttiva locale, sottolineando la fragilità di un territorio montano ricco di risorse poco e mal sfruttate, in particolare la risorsa acqua, gestita all’epoca dal monopolio elettrico privato della Sade (poi Enel): una gestione dissennata, del tutto irrispettosa del territorio, dei suoi equilibri naturali e della gente locale. Risalto verrà dunque dato all’industria idroelettrica (con il suo grave impatto ambientale) e all’occhialeria, mettendo in evidenza la scomparsa del fenomeno dell’emigrazione all’estero, sostituito da flussi migratori interni e dall’immigrazione straniera.
Onde procedere a una comparazione degli indirizzi di fondo delle rispettive politiche di sviluppo adottate, si tratterà – in modo più succinto – dell’industria delle province di Trento e di Bolzano, con riguardo alle legislazioni speciali ivi poste in essere, d’altro canto con modalità e impatto sul territorio del tutto analoghi ad altre zone d’Italia a normazione speciale.
In particolare, saranno analizzati i “momenti chiave” che hanno permesso al settore industriale delle province considerate di raggiungere i livelli dell’industria nazionale, seppure con un decennio di ritardo.
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Informazioni tesi
Autore: | Lorella De Bon |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze storiche |
Relatore: | Rolf Petri |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 87 |
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