Studio sulle rivendicazioni dei bananeros del Nicaragua
Lo studio che ho sviluppato in queste pagine ha come oggetto il movimento sociale dei bananeros – braccianti delle piantagioni di banane – del Nicaragua. Dopo aver lavorato per decine di anni nelle piantagioni della regione di Chinandega, a un salario medio di circa 1 dollaro Usa al giorno, i bananeros hanno scoperto di essere stati avvelenati da un pesticida tossico, il Nemagòn, che venne applicato a partire dagli anni ’70 sulle piante del banano di tutta l’America Latina. Sterilità maschile, tumori, malformazioni genetiche e invecchiamento precoce sono solo alcuni dei danni che queste persone hanno subito, dopo aver vissuto per anni a contatto diretto col pesticida. (...)
Questo studio è suddiviso in due grandi sezioni: la prima (Capitoli I e II), è dedicata alla individuazione del contesto – teorico, sociale, economico, politico e storico – nel quale prendono forma le rivendicazioni dei bananeros. Ritengo infatti indispensabile inserire questa ricerca in una cornice allargata che, attraversando il concetto di sviluppo (nella sezione Sviluppo e Sostenibilità) in una ottica globale, si soffermerà sullo studio dei movimenti sociali appartenenti ai paesi meno sviluppati (nella parte intitolata Il movimento sociale dei bananeros), per poi addentrarsi nei contesti più specifici che faranno da introduzione alla ricerca empirica vera e propria.
Nel capitolo II infatti fornisco quelli che ritengo essere gli strumenti adatti a comprendere pienamente la vita quotidiana degli abitanti di Chinandega: la condizione di sfruttamento cui sono costretti i bananeros (che emerge dai Cenni sul commercio delle banane), l’avversario della Asotraexdan (Le multinazionali della frutta), il contesto storico e politico del paese (Quadro del Nicaragua), e infine la Storia del movimento sociale.
Quest’ultima – dettagliatissima – sezione vuole rispondere ad una intuizione di Manuel Castells. (...)
La seconda parte dello studio è composta invece di tre lavori originali, organizzati durante il mio viaggio in Nicaragua, tra il settembre e l’agosto del 2004: un reportage giornalistico (capitolo III), un reportage fotografico (capitolo IV) e una ricerca di sociologia visuale (capitolo V). Questo approccio interdisciplinare favorisce a mio parere la comprensione della vita e della lotta quotidiana dei bananeros, all’interno della quale mi sono calato per comprendere alla radice le loro rivendicazioni. Ho cercato quindi di mettere in pratica quello che Alain Touraine definisce essere l’intervento sociologico, secondo il quale “i sociologi devono entrare in contatto diretto con il movimento sociale, interagire con i suoi membri. Devono indurre il gruppo mobilitato a esplicitare il senso della propria azione tramite un doppio processo di confronto intellettuale fra gruppo mobilitato e i suoi avversari, fra il gruppo e l’analisi dei sociologi sulla sua azione. Questo processo stimola l’auto-analisi nel gruppo mobilitato, provoca una maieutica che consente agli attori di spiegare il senso della loro lotta, e nello stesso tempo ai sociologi di costruire la loro analisi” .
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Informazioni tesi
Autore: | Matteo Vergani |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2003-04 |
Università: | Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Linguaggi dei Media |
Relatore: | Marco Lombardi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 197 |
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