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Storia della chiacchiera sul pallone in Italia (allenatori e giornalisti, tattiche e polemiche dal 1910 al 2000)

Una storia di calcio, di giornalismo sportivo, di costume. E' questa la storia della chiacchiera sul pallone in Italia, l'evoluzione cioè della polemica sulla carta stampata tra gli allenatori e i cronisti di football e la sua diffusione all'interno dell'opinione pubblica.
Attraverso l'evoluzione della tattica di gioco, dall'epoca dei pionieri dei primi del '900 fino ai giorni nostri, le discussioni animate sul pianeta calcio sono diventate innumerevoli e le polemiche sempre più scottanti in un paese in cui ognuno si sente a pieno titolo un commissario tecnico.
La tesi è ricca di figure mitiche che si intrecciano in un racconto avvincente. I protagonisti sono allenatori come Garbutt, Pozzo, Viani, Foni, Rocco, Herrera, Vinicio, Sacchi e giornalisti come Roghi, Brera, Palumbo, Ghirelli, Arpino, Zanetti, ecc. Il tutto corredato dalle testimonianze dei giornali dell'epoca.
Il lavoro è suddiviso in otto capitoli. Nei primi sei ci sono le gesta del campionato italiano. Il settimo è dedicato ai CT della Nazionale Italiana, l'ottavo alla storia del silenzio stampa.

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INTRODUZIONE Nel suo libro “Tutto il calcio parola per parola” Gian Paolo Ormezzano traccia una ironica definizione dell’allenatore di calcio. <<L’allenatore – scrive Ormezzano – è il massimo personaggio del mondo del calcio. Nella sua vicenda presso di noi, sulle nostre panchine e sui nostri giornali e dentro i nostri cuori, ha cambiato più volte nome, perché si è presentato come trainer all’inglese, schivando entraineur, francese, forse per la semplice ragione che molti hanno pensato che l’entraineur fosse il maschile dell’entraineuse, creatura da night club di una volta, e poi è diventato mister e mago. (…) L’allenatore è l’unica persona ad avere, nel mondo del pallone, poteri, più che mansioni, come neanche il presidente (…), il suo posto di lavoro non è la panchina, bensì lo spogliatoio (…), deve avere un contratto miliardario, ma deve dare l’impressione di non badare ai soldi (…), non deve sapere assolutamente niente di preparazione atletica, sennò dicono che è un preparatore atletico e basta. Se possibile, non deve sapere nulla di calcio, onde fare virginalmente all’amore con il più grande mistero del mondo>> (1). Già, il calcio, “il più grande mistero del mondo”, in cui l’allenatore è parte integrante e integrata, personaggio e protagonista cercato e non voluto che durante la sua carriera incontra sulla sua strada, oltre ovviamente ai vari calciatori, presidenti, tifosi e mecenati, procuratori e faccendieri, dovunque egli vada, sia in serie A che nelle categorie minori, gli esponenti della carta stampata, i “famigerati” giornalisti sportivi. Questi ultimi, fin dalla prima conferenza stampa di presentazione, nell’androne dello stadio o nella sede sociale della società, diventano per l’allenatore di calcio una sorta di angeli custodi, pronti a seguirlo ad ogni allenamento, alla ricerca dei segreti della formazione che scenderà in campo la domenica, dei dogmi tattici e dei possibili malumori dello spogliatoio. E finiscono per sapere tutto o quasi tutto di loro. Il rapporto tra l’allenatore di calcio e il giornalista sportivo è dunque molto stretto. E’ un rapporto fatto di contrasti, di polemiche feroci, che spesso sfociano poi nel “silenzio stampa”, ma a volte anche di sincera stima. Finisce così che l’allenatore diventa amico del giornalista, talvol- ta addirittura ascolta i consigli del reporter di turno. Chi può allora meglio dei cronisti raccontare la storia del rapporto tra l’allenatore e la stampa e della “chiacchiera” calcistica dai primi del ‘900 fino ai giorni nostri? Una storia di tante figure che hanno scritto pagine importanti del calcio italiano. Figure che da Willy Garbutt, il primo, l’antesignano, passando per i maestri danubiani, per Gipo Viani e Nereo Rocco, per Fulvio Bernardini ed Helenio Herrera, per Manlio Scopigno e Tommaso Maestrelli, per Giovanni Trapattoni e Arrigo Sacchi, per i Ct Pozzo, Fabbri, Valcareggi e Bearzot, e finendo alla nouvelle vague dei vari Zeman, Eriksson, Capello, Lippi e Zacche- roni, hanno contribuito alla crescita di uno sport che oggi è un autentico fenomeno di costume.

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Informazioni tesi

  Autore: Fabrizio Prisco
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 1999-00
  Università: Università degli Studi di Salerno
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lettere
  Relatore: Guido Panico
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 206

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Parole chiave

calcio
sport
storia del giornalismo
giornalismo sportivo
campionati mondiali di calcio
campionato di calcio
allenatori di calcio

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