Rwanda (Paese dalle mille Colline). I ricorsi di una ''distrazione''
In Ruanda, durante il genocidio, la quasi totalità delle infrastrutture socio-sanitarie ed economiche è stata distrutta, famiglie intere sono scomparse. Si stima che sono circa 40.000 i bambini orfani e circa 500.000 le vedove. Gli spostamenti massicci hanno contribuito notevolmente alla separazione delle famiglie con conseguente innalzamento del tasso di mortalità.
Nel settore sanitario si è assistito ad una forte carenza di servizi socio-sanitari ed una insufficienza del personale qualificato.
In Ruanda, le case, le scuole e le chiese, luoghi-simbolo tradizionali riservati alla formazione sociale, morale e spirituale della personalità dell’uomo e del cittadino, sono stati, paradossalmente, il teatro delle più efferate atrocità del genocidio. La maggior parte dei bambini del Ruanda ha vissuto delle scene particolarmente traumatizzanti.
La crisi ruandese ha provocato uno dei più grandi esodi della storia dell’umanità. Infatti, si è prodotto un imponente movimento di popolazioni sia verso l’esterno che l’interno del Paese.
C’è stato l’attentato che è costato la vita al Presidente del Ruanda e del Burundi, l’inizio dei massacri e l’evacuazione degli europei. A parte ciò, nel bel mezzo dei massacri, i “media francesi”, soprattutto, hanno mantenuto un relativo silenzio, fino all’OPERAZIONE TURQUOISE, momento in cui il problema Ruanda è ripreso alla grande, fine dei combattimenti, esodo di massa, epidemie, ecc..
E’ stata sempre opinione diffusa che, in Ruanda, si sia fatta la differenza tra Hutu e Tutsi, che i primi sono rozzi e tozzi, e i secondi alti, slanciati, eleganti, col naso dritto. Si è sempre creduto che i Tutsi sono pastori e gli Hutu agricoltori; che i Tutsi hanno sempre governato in Ruanda; che nel 1959 gli Hutu scacciano i Tutsi dal Paese e “che questi cercano di ritornare nel Paese” e che “il Ruanda è stato sempre diviso da lotte tribali”.
Queste e tante altre stupidaggini sono state lette da molte persone sui quotidiani riguardo al problema Ruanda dopo che l’inimmaginabile è accaduto, ma è anche vero che i giornalisti sono spinti dalla necessità e l’urgenza dell’attualità che non permette spesso delle analisi più sottili su ciò che scrivono.
Le inesattezze che vengono riportate possono talvolta portare ad una errata interpretazione della realtà, provocando una possibile manipolazione delle informazioni stesse: ad esempio, nel 1950 M. Larnaude, nella serissima “Revue de Gèographie Alpine”, riprendendo le ipotesi di Speke, il primo esploratore della regione dei Grandi Laghi, scrive che “i Batutsi sono un gruppo di Hamites che provengono probabilmente dal massiccio abissino”; nel dicembre 1992 Lèon Mugesera, un universitario e membro dell’MNRD, il partito del Presidente, durante un meeting, fa l’appello a “tagliare le teste ai Tutsi e di gettarle nel fiume dove sarebbero tornati in Abissinia per la strada più facile”. Questa manipolazione delle idee e delle immagini è stata fondamentale per la preparazione e messa in atto della soluzione finale.
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Informazioni tesi
Autore: | Pasqualino Guarascio |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1996-97 |
Università: | Università degli Studi della Calabria |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Filosofia |
Relatore: | Cesare Pitto |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 193 |
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