Love story. Appunti di una storia del gossip in Italia
Ogni epoca ha le storie d’amore che si merita, e non è una scoperta che anche le “intermittenze del cuore” siano termometro del costume. Sui rotocalchi italiani nati dopo il referendum del ’46, all’ombra della nostalgia per le teste coronate, furoreggiavano le storie d’amore tra principesse e vigorosi borghesi che si rivelarono specchio di tempi e di rapidi cambiamenti sociali.
Oggi invece, a tener banco sono le paradossali telenovelas a base di vescovi esorcisti che si sposano per finta per poi ritornare sui loro passi, di patetiche telefonate erotiche dell’eterno erede al trono d’Inghilterra alla sua attempata amante o ancora delle minuziose cronache sul “sesso orale nella Camera Ovale” tra Bill Clinton e Monica Lewinsky alla Casa Bianca.
I giornali vittime più che rei fanno sempre più da cassa di risonanza a notizie tutto sommato dai tratti grigi e scontati, raccattando in giro tutto ciò che il mercato offre.
Perché, comunque, di amore nei giornali bisogna parlare, senza pregiudizi o sussiegosi disprezzi verso ciò che è “rosa”.
Ripercorrere le love story degli ultimi cinquant’anni significa soprattutto conoscere un tratto significativo della recente storia del costume e dell’informazione, ci ricorda quanto alacre fosse il lavoro della Sacra Rota, decisiva nei “batticuori da scoop” degli anni Cinquanta prima dell’approvazione del divorzio, di quanto pesasse una legislazione che puniva con la galera il concubinato.
Erano anni in cui il moralismo interferiva in vicende politiche, carriere e storie personali come quelle di Togliatti e Nilde Iotti, Maria Callas e Aristotele Onassis, Fausto Coppi e Giulia Occhini.
Fino agli anni Sessanta, i giornali seri mantennero un approccio di distaccato interesse nei confronti delle love story. I grandi cronisti, abituati ai delitti di stato e di letto, disdegnavano di abbassarsi al livello di Mina e Corrado Pani, di Coppi e Giulia Occhini, la famosa “Dama Bianca”, di Gigi Riva e Gianna Tofanaro, subito ribattezzata la “Dama Bionda”. Tutti i rotocalchi che di quella “robaccia” facevano fior di pagine e di tirature venivano additati come frivoli, inutili, di poco conto.
La svolta si ebbe nel ferragosto del 1958, in Via Veneto, dove si accesero furibonde liti tra alcuni vip e un fotoreporter, Tazio Secchiaroli. La cronaca di quella notte apparve su un quotidiano, Il Giorno, una testata particolarmente interessante, in quanto innovativa e addirittura di rottura rispetto al giornalismo tradizionale. Il rilievo dato alla notizia sul fotoreporter potrebbe oggi apparire del tutto marginale, ma quella colonnina di piombo, per la sua inusualità e per il significato giornalistico che ha avuto, fu invece, un momento fondamentale nella storia del fotogiornalismo: costituì il vero e proprio inizio del periodo cosiddetto della “cronaca rosa”.
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Informazioni tesi
Autore: | Santino Fiorillo |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2001-02 |
Università: | Università degli Studi di Salerno |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze della Comunicazione |
Relatore: | Guido Panico |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 236 |
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