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Scrivere per sentirsi liberi. La letteratura in carcere.

L'elaborato vuole sottolineare l'importanza della cultura come veicolo di ritorno alla dignità umana in situazioni di disagio, di detenzione al fine di scontare una colpa commessa. Un'attenzione particolare è rivolta al laboratorio di scrittura ideato e curato da Luciana Scarcia e frequentato dai detenuti reclusi nel Carcere di Rebibbia. La parte centrale della tesi analizza un articolo specifico della Costituzione Italiana e si focalizza sul reinserimento del detenuto nella società. Una curiosità è la descrizione statistica del livello culturale esistente dietro le sbarre. La parte finale della tesi racconta la figura dell'ergastolano Cosimo Rega.

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INTRODUZIONE Ho avuto il piacere di studiare approfonditamente il tema oggetto della mia tesi, in occasione della preparazione dell’esame “Letteratura di Viaggio”, riferito all’omonimo corso tenuto dal prof. Fabio Pierangeli presso la Macroarea di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Il programma d’esame richiedeva la conoscenza dei testi che seguono: Fabio Pierangeli, Francesca Papi, Laura Pacelli, “Il viaggio nei classici italiani”, Firenze, Le Monnier, 2010; Eraldo Affinati, “Peregrin d’amore”, Milano, Mondadori, 2010; Luciana Scarcia, “Carcere e viaggio. Alfabeto e racconti di chi non può viaggiare”, Bonanno editore, Acireale Roma, 2006. L’ultimo, in particolare, tra i libri elencati sopra, mi ha talmente affascinata 4

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Informazioni tesi

  Autore: Angela Di Carlo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Roma Tor Vergata
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lettere
  Relatore: Fabio Pierangeli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 85
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Parole chiave

letteratura
viaggio
carcere
cultura
dignità
condanna
ergastolo
detenuto
reinserimento sociale
domani

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