Le Metamorfosi di Ovidio in prospettiva didattica: la storia di Piramo e Tisbe
Le Metamorfosi di Ovidio costituiscono un’opera estremamente vasta e complessa, sia per il numero dei versi (oltre dodicimila) che per la molteplicità dei soggetti narrati, e nello stesso tempo offrono infiniti spunti e suggerimenti per una trattazione scolastica.
Il presente lavoro vuole essere un contributo agli studi e agli approfondimenti, ai fini didattici, della congerie mitica del poema, per favorire un recupero e una valorizzazione di un autore letto nelle scuole meno di quanto meriterebbe. Eppure proprio le Metamorfosi, mostrano una facies sempre vitale e moderna. In un famoso saggio sul perché leggere i ‘classici’ I. Calvino inserisce anche il poema ovidiano tra i libri che “ci arrivano portandosi dietro la traccia che hanno lasciato nella cultura o nelle culture che hanno attraversato”, e che non hanno finito di dire ciò che hanno da dire. Camminando sulle orme di Calvino, è auspicabile una riscoperta ed una rilettura, non soltanto in prospettiva didattica, dell'opera. Le Metamorfosi, infatti, hanno vissuto e continuano a vivere nell’immaginario collettivo del nostro patrimonio culturale con i molteplici richiami alle forme e ai cambiamenti dei protagonisti.
Esiste una bibliografia sterminata relativa alle fonti, alla composizione, agli influssi virgiliani e della tragedia greca, ma il dibattito è ancora aperto: le Metamorfosi non finiscono mai di stupire e sorprendere.
Una tale varietà di soggetti, non si presta facilmente ad un uso didattico: l’assenza di un fulcro tematico attorno al quale far gravitare l’intero poema non facilita la scelta degli episodi da inserire in una programmazione didattica. Dietro ciascuno di essi si celano infatti infinite sfumature e nessi di carattere antropologico, letterario, mitologico, storico e linguistico.
La scelta della storia di Piramo e Tisbe, non è stata casuale; questa vicenda d’amore tragico, cantata da Ovidio con toni delicati ed una sensibilità poetica non comune al resto del poema, risulta essere, a mio parere, particolarmente idonea ad una lettura in sede scolastica, ma soprattutto affascinante, per le nuove generazioni che si accingono a leggere Ovidio. La novella, che si inserisce nel novero delle morti infelici non solo del poema, ma di tutta la storia della letteratura europea, si presta infatti ad un approccio pluridisciplinare, consentendo opportuni collegamenti con la Letteratura italiana, la Letteratura inglese,e la Storia dell'arte.
Nell’analisi del passo latino ho seguito un percorso didattico basato sulla centralità del testo e sulle influenze che il soggetto ovidiano ha avuto nel corso dei secoli sugli scrittori, i tragediografi e sugli artisti italiani e stranieri. Le finalità educative rispondono ad un’esigenza di contestualizzazione ed attualizzazione dell'episodio, volto a favorire un coinvolgimento dell'alunno alla materia e a sviluppare un maggiore senso critico nei confronti della produzione letteraria, teatrale e artistica dei giorni nostri.
L’obiettivo da raggiungere è senz’altro quello di rendere il testo latino quanto più ‘vivo’ possibile, in grado di stimolare la curiositas, l’intelligenza e la sensibilità poetica degli alunni.
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Informazioni tesi
Autore: | Tania Belluardo |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1998-99 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Lettere |
Relatore: | Maria Grazia Iodice di Martino |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 177 |
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