Le Brigate rosse da Tarantelli a D'Antona sulle pagine del Corriere della Sera
Questo lavoro costituisce una lettura critica della trattazione svolta dal Corriere della sera, qui assunto come portavoce del panorama giornalistico italiano, in occasione di tre gravi episodi di violenza eversiva: gli omicidi di Ezio Tarantelli (1985), Roberto Ruffilli (1988) e Massimo D’Antona (1999). Perché proprio questi delitti?
L’idea di partenza nasce dalla volontà di studiare come il giornalismo italiano recepisce ed elabora il delitto D’Antona e il ritorno delle Brigate rosse dopo più di un decennio di silenzio su questo fronte. Almeno al momento di iniziare questo lavoro, infatti, esistono numerose pubblicazioni che analizzano il rapporto tra sistema dell’informazione e terrorismo negli anni di piombo, rivolgendo particolare attenzione ai casi Moro e D’Urso, mentre non si trova nessuno studio sui comportamenti del giornalismo italiano di fronte al più recente fenomeno eversivo. Rispetto a quegli anni alcuni grandi giornalisti hanno fatto autocritica, riconoscendo di aver commesso gravi errori di valutazione alla comparsa delle prime Brigate rosse, definite prima sedicenti e provocatrici, poi vili e deliranti. Più tardi, invece, il dibattito interno al giornalismo riguardava la questione, tutta etica, di stabilire il giusto confine tra informazione e propaganda, tra il diritto di pubblicare notizie sulle Brigate rosse (e il dovere dei lettori di essere informati) e il rischio di agire da «cassa di risonanza» del terrorismo.
Proprio dallo studio degli errori e delle discussioni affrontati da giornalisti e intellettuali negli anni Settanta è nata la curiosità di vedere se, chiusa la dura esperienza degli anni di piombo, il giornalismo avesse appreso una qualche lezione, se fosse divenuto capace di produrre interpretazioni più mature e consapevoli del fenomeno terroristico, se fosse stato finalmente in grado di fornire ai lettori un’informazione più equilibrata, senza rimanere schiacciato dall’imbarazzo di destreggiarsi tra una condivisione ideologica delle istanze promosse dal terrorismo rosso e la necessaria e ferma condanna della violenza eversiva.
È stata poi la lettura del Corriere a suggerire due interessanti termini di paragone con il delitto D’Antona. Nell’analizzare il delitto di via Salaria, infatti, molti commentatori del quotidiano riconoscevano un’analogia tra D’Antona e altre due vittime delle Brigate rosse, Tarantelli e Ruffilli. La somiglianza va però oltre il ruolo di consulente ricoperto dalle vittime: in tutti i casi, infatti, si tratta di omicidi inattesi, isolati rispetto al contesto di violenza poiché si situano fuori dal periodo ufficialmente riconosciuto come «anni di piombo», e comunque alle spalle di quel dibattito ormai risolto dal giornalismo.
I tre casi sembrano dunque funzionali non solo a verificare se le lezioni prodotte dal terrorismo sono state apprese, ma anche a capire come si è modificata nel tempo la percezione delle Brigate rosse e del terrorismo politico, quali punti di vista sono stati di volta in volta privilegiati per descrivere le reazioni del mondo politico e della società civile, se e come sono cambiate le modalità di analisi del fenomeno e la costruzione della figura del nemico. A loro volta, questi casi possono poi essere considerati emblematici di un più generale cambiamento nelle dinamiche di tutto giornalismo italiano rispetto ad eventi di particolare gravità, dal momento che simili avvenimenti, per le loro caratteristiche intrinseche, coinvolgono ogni settore del quotidiano, dalla cronaca nera e giudiziaria alla redazione politica.
Per questo motivo, al momento di analizzare il materiale raccolto si è deciso di suddividerlo in sezioni corrispondenti ai principali generi giornalistici: la cronaca, la politica, i commenti e le interviste. A questi si aggiungono inoltre le immagini, presenti soprattutto nella trattazione del delitto D’Antona, e un capitolo dedicato alla questione del silenzio stampa.
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Informazioni tesi
Autore: | Eva Esposito |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2003-04 |
Università: | Università degli Studi di Siena |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze della comunicazione |
Relatore: | Giovanni Gozzini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 65 |
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