Le ''trobairitz'' nella tradizione manoscritta: il punto sulla questione e problemi attributivi

3 1. PREMESSA Questo elaborato è dedicato all’analisi e alla descrizione della tradizione manoscritta relativa alle opere delle trobairitz, frutto della secolare riflessione che le ha riguardate, di volta in volta soggette a diverse valutazioni, determinate dalla temperie storico-culturale del momento, fino ad arrivare alle prime vere e proprie edizioni ecdotico- scientifiche allestite nel secolo scorso: dal pionieristico e pluritradotto testo di Megan Bogin “Les femmes troubadours”, tacciato a più riprese di essere interessante, ma allo stesso tempo ideologicamente orientato 1 (le critiche all’opera, che vide la luce negli anni Settanta, riguardano la presunta volontà di sposare aprioristicamente tesi che vertano tutte verso un’ottica strettamente femminista. Occorre però aggiungere che il fenomeno letterario in questione, vuoi anche per la scarsità della produzione effettiva o come alcuni pensano a causa del fisiologico processo di rimozione che storicamente ha riguardato le attività intellettuali femminili 2 , ebbe in quel periodo una rinnovata stagione e un’adeguata attenzione, supportata per di più da strumentazioni filologiche sempre più affinate e rigorose, oltre che da nuove scoperte e importanti studi); agli scritti di Pierre Bec, che in questa sede saranno presi primariamente in considerazione; alla monumentale opera di Angelica Rieger; fino ai recenti lavori della filologa romanza Francesca Gambino. Accanto spunti, riflessioni e approfondimenti sul tema, seguendo René Nelli, Oscar Schultz-Gora, Katharina Städler, Margherita Beretta Spampinato, Angelica Rieger, Rita Lejeune, William Paden, Alfred Jeanroy, Ulrich Molk, Jean Boutière, 1 BEC 1995, p.7. 2 BOGIN 1978.