La corazza caratteriale/muscolare in Wilhelm Reich: le ragioni del corpo
Quando incontra negatività e frustrazione continue e apparentemente inamovibili, il giovane organismo, nel tentativo di sopravvivere, comincia a inibire gli impulsi che sembrano generare questa negatività o a contrarsi in difesa da essi. Questa reazione, nell'organismo, e' manifestata da una contrazione dei muscoli che inibiscono gli impulsi. Quando essa diviene cronica, come risultato puo' generare cambiamenti alquanto evidenti nella postura e anche nel funzionamento di vari organi del corpo. L'inibizione muscolare dell'impulso e' manifestazione concreta e visibile della proibizione genitoriale o ambientale. E' la manifestazione fisica del processo di introiezione. Questa assunzione della proibizione o della negatività da inizio alla perdita del movimento, delle emozioni e del comportamento spontanei. Essa viene scelta solo perche' e' preferibile al dolore insito nel lasciar libere le naturali reazioni alla frustrazione cronica. La decisione di inibire e' vissuta come una scelta di sopravvivenza. Il bambino in stato di dipendenza non puo' vivere in una condizione di guerra continua con l'ambiente e con gli stati interni di rabbia, paura, terrore e disperazione cronici che accompagnano l'abbandono della spontaneità. Così, l'organismo si volge contro se stesso (autonegazione), inibisce i propri impulsi, sopprime le sue naturali reazioni emotive e interiorizza la battaglia tra i suoi bisogni immediati e le proibizioni dell'ambiente. Imita l'ambiente sociale bloccando l'espressione della sua originaria pulsione e la reazione istintuale, a quel blocco. Se accettiamo la tesi secondo cui le funzioni del sé adattativo promuovono la sopravvivenza dell'organismo negoziando le esigenze dell'ambiente e dell'organismo stesso, possiamo capire come l'Io finisca con l'identificarsi coi processi inibitori quali meccanismi di sopravvivenza. E' questa identificazione che lo mette contro se stesso, gli fa interiorizzare il blocco dell'espressione del sé e origina la psicopatologia. Lo schema inibitorio diviene uno schema di sopravvivenza, che a sua volta diviene parte del sé ideale.
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Informazioni tesi
Autore: | Maria Giuseppina De Cola |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Napoli - Federico II |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Psicologia dei processi relazionali e di sviluppo |
Relatore: | Diomira Petrelli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 87 |
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