La comunicazione delle Forze Armate e la gestione delle emergenze informative - Il caso Somalia

5 CONTENUTI Studiare il mondo militare, la sua struttura, la sua essenza, le sue esigenze e la sua realtà è come fare un viaggio in una società parallela ma profondamente diversa dalla nostra per organizzazione, obiettivi, valori e problematiche. Ma è altresì un viaggio attraverso la civiltà, per arrivare a studiare anche quella italiana, con l’evoluzione della sua popolazione e delle sue istituzioni, i retaggi del passato e gli effetti di un cinquantennio di vita repubblicana. Le Forze Armate sono infatti una delle istituzioni più antiche e longeve della storia dell’umanità. Con strutture e modalità diverse a seconda delle epoche e delle società all’interno delle quali si trovava ad operare, l’Esercito ha sempre accompagnato gli esseri umani nella loro evoluzione di “animali sociali”. Composte da tutti gli uomini appartenenti alla comunità, da un loro ristretto gruppo, da mercenari, professionisti o da soli volontari; avvalendosi di attrezzi rudimentali, di armi sofisticate, elettroniche o anche solo dell’effetto della propria presenza, le FF.AA. hanno sempre fatto parte delle istituzioni che costituivano l’essenziale impalcatura che l’uomo ha scelto per strutturare la società in cui vivere. Ma se le soluzioni organizzative e quelle tecniche sono state delle più varie, lo stesso si può dire per i compiti che gli eserciti, nel corso della storia, si sono trovati a svolgere. Dalla difesa contro le aggressioni esterne alla guardia del sovrano, dalla conquista all’ordine pubblico, dalla repressione alla deterrenza, tutto può essere ricondotto a una sola categoria generale: quella che Max Weber definiva la “gestione della violenza legittima”. Ed è proprio in questa definizione che possiamo rintracciare le principali caratteristiche delle FF.AA.: 1) la peculiarità del compito istituzionale (la “gestione della violenza”) con tutto ciò che questo comporta, anche dal punto di vista organizzativo; 2) la legittimità di tale compito, che trae fondamento dal diritto: è il potere politico a decidere gli obiettivi, è quello militare a conseguirli.