Skip to content

L'antifascismo nonviolento di Aldo Capitini

Nato il 23 dicembre 1899 da Enrico e da Adele Ciambottini, Aldo Capitini era stato costretto dalle disagiate condizione economiche familiari ad intraprendere gli studi tecnici. Il padre, modesto impiegato comunale addetto anche ai compiti più umili, come suonare il campanone del Palazzo Comunale, non poteva mantenere i due figli, Giovanni ed Aldo, agli studi universitari ed indirizzò quindi entrambi ad una carriera più rapida, attraverso l’Istituto Tecnico Commerciale. Ottenuto nel 1916 il diploma di ragioniere e scartato, alla visita di leva del quarto trimestre del 1899, per “gracilità della salute e della vista”, Aldo iniziava, nel 1919, un periodo di studio ‘matto e disperatissimo’, che, in due anni di serratissima preparazione da autodidatta, lo portava alla perfetta conoscenza del latino e del greco. Provato nel debole fisico da ritmi di studio quotidiani di dodici ore, passava i tre anni successivi in campagna, vicino Perugia, come precettore. Riacquistate parzialmente le energie, nel 1924 superava finalmente gli esami di maturità classica ed accedeva alla Normale. Al di sotto di queste scarne notizie burocratiche, cominciava, in quegli anni, a porre le sue fondamenta una personalità completamente enigmatica per tutte le burocrazie che avrebbe in seguito dovuto affrontare, da quella dell’amministrazione universitaria fascista a quella della polizia repubblicana, da quelle del cattolicesimo pre-conciliare a quelle dei partiti politici “progressisti”. Il padre Enrico, simpatizzante socialista, ebbe una grande influenza sul precoce e sensibile figlio minore. Leo Valiani, in un suo studio sulla formazione degli aderenti al Partito d’Azione, suggerisce che “Capitini [...] si richiamava forse [...] al filone più carico d’apostolato, di stampo morale evangelizzante, del vecchio socialismo italiano” ed è indubbio che il diretto esempio paterno abbia contribuito a formare in Capitini una salda moralità, precocemente sganciata dai dogmi della religione tradizionale, ma basantesi innanzitutto su di un kantismo ‘inconscio’ (Capitini rievocherà di “essere stato kantiano prima di saperlo”), derivato molto probabilmente dalla propaganda orale dei riformisti turatiani, formatisi alla scuola dei neo-kantiani tedeschi, più che alla conoscenza diretta delle concezioni etiche del filosofo di Königsberg.

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista
Mostra/Nascondi contenuto.
CAPITOLO I IL FIGLIO DEL CAMPANARO Tra i circa trenta candidati che nel 1924, secondo anno del governo Mussolini, si presentarono al concorso per l’ammissione alla Scuola Normale Superiore di Pisa, l’elemento che immediatamente distingueva Aldo Capitini da Perugia era l’età. Mentre gli altri concorrenti erano appena usciti dai Regi Licei della penisola, Capitini aveva ottenuto la maturità classica da privatista, a 24 anni compiuti. Questa differenza di età non gli impedì però di affermarsi, conquistando uno degli otto posti di interno che lo statuto della Normale riservava ai nativi delle province dei vecchi Stati preunitari (gli altri sette erano riservati, sempre per statuto, a studenti nati nelle province dell’ex Regno di Sardegna). Nato il 23 dicembre 1899 da Enrico e da Adele Ciambottini, Aldo Capitini era stato costretto dalle disagiate condizione economiche familiari ad intraprendere gli studi tecnici. Il padre, modesto impiegato comunale addetto anche ai compiti più umili, come suonare il campanone del Palazzo Comunale, non poteva mantenere i due figli, Giovanni ed Aldo, agli studi universitari ed indirizzò quindi entrambi ad una carriera più rapida, attraverso l’Istituto Tecnico Commerciale. Ottenuto nel 1916 il diploma di ragioniere e scartato, alla visita di leva del quarto trimestre del 1899, per “gracilità della salute e della vista”, Aldo iniziava, nel 1919, un periodo di studio ‘matto e disperatissimo’, che, in due anni di serratissima preparazione da autodidatta, lo portava alla perfetta conoscenza del latino e del greco. Provato nel debole fisico da ritmi di studio quotidiani di dodici ore, passava i tre anni successivi in campagna, vicino Perugia, come precettore. Riacquistate parzialmente le energie, nel 1924 superava finalmente gli esami di maturità classica ed accedeva alla Normale. Al di sotto di queste scarne notizie burocratiche, cominciava, in quegli anni, a porre le sue fondamenta una personalità completamente enigmatica per tutte le burocrazie che avrebbe in seguito dovuto affrontare, da quella dell’amministrazione universitaria fascista a quella della polizia repubblicana, da quelle del cattolicesimo pre-conciliare a quelle dei partiti politici “progressisti”. Il padre Enrico, simpatizzante socialista, ebbe una grande influenza sul precoce e sensibile figlio minore. Leo Valiani, in un suo studio sulla formazione degli aderenti al Partito d’Azione, suggerisce che “Capitini [...] si richiamava forse [...] al filone più carico d’apostolato, di stampo morale evangelizzante, del vecchio socialismo italiano” 1 ed è indubbio che il diretto esempio paterno abbia contribuito a formare in Capitini una salda moralità, precocemente sganciata dai dogmi della religione tradizionale, ma basantesi innanzitutto su di un kantismo ‘inconscio’ (Capitini rievocherà di “essere stato kantiano prima di saperlo” 2 ), derivato molto probabilmente dalla propaganda orale dei riformisti turatiani, formatisi alla scuola dei neo-kantiani tedeschi, più che alla conoscenza diretta delle concezioni etiche del filosofo di Königsberg. Che non si trattasse di un processo isolato è dimostrato dal riconosciuto influsso della propaganda socialista tra i contadini della Valle Padana, tra cui cominciò a scalfire, assumendo il carattere di una religione, il cattolicesimo tradizionale. Una coincidenza, segnalata sempre da Valiani nell’opera citata, lega a Capitini due dei martiri consapevoli dell’antifascismo resistenziale democratico, Pilo Albertelli ed Antonio Giuriolo: entrambi “erano figli di socialisti” 3 e dalla moralità paterna trovarono spunto per affrontare con tranquillità (senza mai sparare un colpo) il primo le Fosse Ardeatine, il secondo la lotta partigiana ‘nonviolenta’ e la morte alla guida di una brigata “Matteotti”. 1 LEO VALIANI, Il Partito d’Azione, in L. Valiani, G. Bianchi, E. Ragionieri, Azionisti, cattolici e comunisti nella Resistenza, Franco Angeli, Milano, 1971, pag. 27. 2 L’influsso diretto dell’etica kantiana su Capitini sarà analizzato più dettagliatamente in seguito: per l’influsso indiretto, analizzato nel testo, si veda ALDO CAPITINI, Un’esperienza religiosa dell’ antifascismo, “Il movimento di liberazione in Italia”, a. 1954, n. 33, pp. 60-64. 3 LEO VALIANI, op. cit., p. 19.

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista

FAQ

Per consultare la tesi è necessario essere registrati e acquistare la consultazione integrale del file, al costo di 29,89€.
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Ingiustamente snobbata durante le ricerche bibliografiche, una tesi di laurea si rivela decisamente utile:
  • perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
  • perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
  • perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
  • L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
  • Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
  • L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
L'obiettivo di Tesionline è quello di rendere accessibile a una platea il più possibile vasta il patrimonio di cultura e conoscenza contenuto nelle tesi.
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.

Scopri come funziona »

DUBBI? Contattaci

Contatta la redazione a
[email protected]

Ci trovi su Skype (redazione_tesi)
dalle 9:00 alle 13:00

Oppure vieni a trovarci su

Parole chiave

antifascismo
gandhi
nonviolenza
aldo capitini
guido calogero
storia contemporanea
giovanni gentile

Tesi correlate


Non hai trovato quello che cercavi?


Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database

Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione

Ottimizza la tua ricerca:

  • individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
  • elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
  • se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
  • utilizza la ricerca avanzata
  • utilizza gli operatori booleani (and, or, "")

Idee per la tesi?

Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti


Come si scrive una tesi di laurea?


A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?

Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.


La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?


La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.

Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:

È ora di pubblicare la tesi