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L'amicizia femminile nel cinema di donne narrativo e contemporaneo

La rappresentazione dell’amicizia femminile in film di donne, ancor più che per i film diretti da uomini, è un tema raramente discusso nella critica e teoria del cinema. Il legame amicale tra donne non ha ricevuto adeguata considerazione negli altri campi del sapere, nonostante che l’amicizia (maschile) sia stata per secoli nelle loro riflessioni. Per compensare la scarsità di studi, è stato necessario partire da una loro panoramica utile per le analisi dei film. Il tema presenta notevole interesse e ricchezza: un elevato numero di film (circa 70 di donne, 80 di uomini), una disseminazione internazionale, una forte presenza di autrici diasporiche, la diversità dei generi filmici a cui si è ricorso, la densità di aspetti delle amicizie vissute e filmiche, anche se l’analisi qui si concentra su film realizzati da donne tra gli anni ’80 a oggi, contraddistinti da un registro narrativo, non sperimentale. L’orientamento adottato è pluri-metodologico, sia per la complessità delle relazioni e loro raffigurazioni sia per la varia produzione delle studiose interessate, una diversificazione che caratterizza tutta la teoria cinematografica e mediale femminista. Le linee di ricerca qui percorse sono: i vari approcci utilizzati, i temi e rapporti di genre nell’intera produzione filmica sull’amicizia femminile, le tipologie derivate, le esigenze di rappresentazione, le possibilità d’indicazione dell’autorialità femminile. L’attenzione teorico-critica è stata finora ristretta all’area anglofona e alla produzione hollywoodiana fino ai primi anni ‘90, soprattutto film diretti da registi. In genere si è seguita una traccia di subgenerità dei female friendship films, così definiti dall’unica autrice che vi ha dedicato uno studio, Karen Hollinger. Questo corpus di film è stato messo in relazione, spesso di filiazione, con il woman’s film e il new woman’s film, due generi anch’essi ginocentrici, per usare il termine usato da Annette Kuhn. Una stabilizzazione di genere che mostra problematicità e rispecchia la pluralità di approcci della Film Feminist Theory e sviluppi, ma che non ne intacca la portata teorica. I film che definisco women’s contemporary female friendship films, parafrasando Hollinger, si potrebbero inserire in gruppi non nettamente separati. Tre i potenziali criteri di suddivisione. Con il primo, l’appartenenza a diversi contesti produttivi, risaltano i film di donne diasporiche operanti in paesi occidentali, ma del cui processo identitario, per nascita o discendenza, fanno parte pure afferenze ad altre culture del mondo. Alcune autrici possono non aver vissuto nei luoghi d’origine, però tutte vi fanno ritorno nei loro film, quali ambientazioni diegetiche o ritraendo le loro comunità d’appartenenza nei paesi d’immigrazione. Un ritorno caratteristico del cinema della diaspora o d’esilio, definito genere transnazionale da Hamid Naficy. Tuttavia tali autrici rendono evidenti le limitazioni di un discorso troppo generale e l’assenza di riferimenti a differenze di gender. La varietà dei contesti produttivi dei women’s contemporary female friendship films renderebbe però troppo frammentaria una loro classificazione. In secondo luogo, si nota in essi il ricorso a molteplici generi attraverso l’ibridazione, a volte una loro rarefazione, con variazioni legate a una più ampia scelta rappresentazionale, mainstream o autoriale. Così in tali film la resa finzionale di relazioni e vissuti femminili ha la sua rivincita sulle formule produttive codificate dal cinema hollywoodiano e maschile. Il terzo criterio, tematico offre più vantaggi: si possono includere tutti i film in una griglia flessibile, che sostiene il corpo analitico della ricerca senza occultare altri aspetti, e si riduce, se non elimina, la discrezionalità implicata dalla classificazione per tipologie amicali proposta da Hollinger e presa in prestito da Janet Todd, che l’ha elaborata in ambito letterario. Si distinguono così: testi che inseriscono la narrazione dell’amicizia femminile in un confronto inter/intra-etnico; altri che la intercalano in uno inter/intra-generazionale; infine opere in cui son compresenti rapporto amicale ed erotico. Tale ripartizione è suscettibile di distinzioni interne. Tutti i film comunque accolgono sovrapposizioni tematiche e di prospettiva e dalla loro analisi risulta un contrasto tra un’ideale stereotipato di amicizia e la sua rappresentazione invece quale spazio-capacità di elaborazione, tra soggettività femminili, nelle genealogie femminili, nei maternages, nei riferimenti a contesti più ampi. Se non una comunanza di stili, è possibile individuare ricorrenze linguistiche: tali film utilizzano modalità ironiche, anche in registri drammatici, e dinamiche di sguardo intersoggettive, un po’ metafora di quello spazio elaborativo. Soltanto una contestualizzazione della specificità cinematografica femminile può impedire il ricadere in impasse teoriche che limiterebbero la ricchezza delle produzioni cinematografiche delle donne.

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INTRODUZIONE In questo lavoro d’indagine ho abbracciato, sfogliato ed elaborato un tema raramente discusso nel contesto internazionale della ricerca teorica e critica cinematografica, ovvero l’amicizia femminile nel cinema narrativo e contemporaneo realizzato da donne. In una simile sporadicità è stata presa in considerazione l’amicizia tra donne così come è rappresentata cinematograficamente nel complesso. L’argomento in esame è di notevole interesse e ampiezza, riconducibili a una serie di ragioni, qui dispiegate non in ordine di importanza teorica, piuttosto perché in parte corrispondenti a criteri e scelte di delineazione dell’area di ricerca. In primo luogo i testi filmici contemporanei diretti da registe e con l’amicizia femminile al centro della propria narrativa, ai quali sono risalita con un lungo percorso di documentazione, sono numerosi (una trentina di film, limitandosi al periodo dagli anni ‘80 ad oggi). In realtà il mio primo interesse era quello di occuparmi delle relazioni amicali tra donne nell’intero spettro cinematografico. Tuttavia sia la notevole quantità di film emersi (circa 70 diretti da registe a partire dagli anni ‘30, compresi alcuni film sperimentali, senza sommarvi un’ottantina di testi diretti da registi lungo l’equivalente periodo) sia lo spazio relativamente ristretto previsto per una simile indagine mi hanno portato a focalizzare solo sui film contemporanei diretti da donne, anche in consonanza con il mio percorso di studi e personale. Ho comunque ritenuto importante ritagliare nei seguenti svolgimenti di tale ricerca momenti di raffronto tra le produzioni filmiche degli uni e delle altre. Una seconda ragione dell’alta consistenza del tema scelto è la sua disseminazione a livello internazionale, la varietà dei contesti produttivi, intesi in senso lato, che ricoprono, sconfinando fuori di esso, quasi tutto il territorio del cosiddetto ‘occidente’. Il termine, ques’ultimo, le cui insidie e/o attualità saranno discusse nel corpus della tesi sulla scia di incredibilmente numerosi studi, ricerche, produzioni di vario tipo che si sono moltiplicati al livello internazionale dagli anni ’70 in poi. Un territorio trans-occidentale, in questo caso, si estende dal Nord-America (Canada, USA) a molti stati dell’Europa (Germania, Regno Unito, Irlanda, Olanda, Francia, Austria), all’Australia e Nuova Zelanda, altresì a parti di Sud-America (Argentina, Messico, Perù, Brasile), Corea, stati del Medio-Oriente (Iran, Israele, considerato da molte parti per la verità un paese ‘occidentale’) e del Nord-Africa (Algeria, Libano, Egitto, Marocco). Prima di proseguire, è necessario fare più di una precisazione. Innanzitutto ho limitato ulteriormente l’area di ricerca per la mancanza di reperibilità di molti testi filmici. Inoltre, a mio avviso, si può parlare di contesti produttivi a carattere manifestamente nazionale, solo riguardo ai film realizzati all’incirca fino alla fine 3

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Parole chiave

letteratura
sociologia
femminismo
cultural studies
amicizia
psicanalisi
etnia
lesbismo
melodramma
diaspora
cinema contemporaneo
gender studies
genre
queer studies
post colonialismo
feminist film theory
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