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Il teatro materiale nella drammaturgia di Samuel Beckett

Samuel Beckett è uno degli scrittori più autorevoli della seconda metà del Novecento sia in campo letterario che per quanto riguarda il teatro. Insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1969 "Per la sua scrittura che – nelle nuove forme per il romanzo e il dramma – nell'abbandono dell'uomo moderno acquista la sua altezza", il suo nome è accostato tanto al modernismo letterario quanto ai così detti "drammaturghi-rifondatori".
Distante dal realismo psicologico di Ibsen e di Cechov e dalla teatralità del corpo sacro di Artaud, Beckett lavora sulla destrutturazione del linguaggio, sui suoi limiti espressivi e sulla sua potenza grammaticale. Si è detto che il teatro di Beckett tenti di coincidere con se stesso, cioè che voglia essere pura realtà scenica; che sia da annoverare nella corrente del "teatro dell'assurdo"; che abbia rivoluzionato la forma drammatica letteraria; che costruisca le basi del teatro materiale contemporaneo. Beckett incarna la doppia anima dello scrittore drammatico che si fa maestro di teatro e del poeta-regista, autore meticoloso di una scrittura scenica che si fa scrittura drammatica, cioè scrittura dell'azione essa stessa.
In questo senso Beckett è un drammaturgo-riformatore, come, per parte loro, lo sono Pirandello e Brecht. I suoi testi sono considerati una rivoluzione del teatro novecentesco e hanno il merito di tradurre esperienze fondamentalmente statiche come l'attesa, il ricordo, la lotta contro la futilità dell'esistenza in opere che, pur eliminando quasi tutti gli elementi costitutivi della drammaturgia occidentale, propongono una nuova teatralità che fa leva su tutte le convenzioni della rappresentazione tradizionale, trasformandole in raffinati strumenti di espressione. Testo e scena, voce recitante e immagine, parole e corpi si presentano in una indissolubile fusione, tutto questo è possibile definirlo attraverso una sola parola: teatro.

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2 INTRODUZIONE Samuel Beckett è uno degli scrittori più autorevoli della seconda metà del Novecento sia in campo letterario che per quanto riguarda il teatro. Insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1969 << Per la sua scrittura che – nelle nuove forme per il romanzo e il dramma – nell‟abbandono dell‟uomo moderno acquista la sua altezza >>, 1 il suo nome è accostato tanto al modernismo letterario quanto ai così detti “drammaturghi-rifondatori”. 2 Distante dal realismo psicologico di Ibsen e di Cechov e dalla teatralità del corpo sacro di Artaud 3 , Beckett lavora sulla destrutturazione del linguaggio, sui suoi limiti espressivi e sulla sua potenza grammaticale. Si è detto che il teatro di Beckett tenti di coincidere con se stesso, cioè che voglia essere pura realtà scenica; che sia da annoverare nella corrente del “teatro dell‟assurdo”; che abbia rivoluzionato la forma drammatica letteraria; che costruisca le basi del teatro materiale contemporaneo. 4 Beckett incarna la doppia anima dello scrittore drammatico che si fa maestro di teatro e del poeta- regista, autore meticoloso di una scrittura scenica che si fa scrittura drammatica, cioè scrittura dell‟azione essa stessa. In questo senso Beckett è un drammaturgo-riformatore, come, per parte loro, lo sono Pirandello e Brecht. I suoi testi sono considerati una rivoluzione del teatro novecentesco e hanno il merito di tradurre esperienze fondamentalmente statiche come l‟attesa, il ricordo, la lotta contro la futilità dell‟esistenza in opere che, pur eliminando quasi tutti gli elementi costitutivi della drammaturgia occidentale, propongono una nuova teatralità che fa leva su tutte le convenzioni della rappresentazione tradizionale, 1 MLA style: "The Nobel Prize in Literature 1969". Nobelprize.org. http://nobelprize.org/nobel_prizes/literature/laureates/1969/index.html. 2 Lorenzo. Mucci, Beckett, l‟ultimo drammaturgo rifondatore: come la sua umanità in rovina ha rigenerato la scrittura per scene, Roma, Bulzoni, 2005, p. 12. 3 Su questo: Umberto Artioli, Francesco Bartali, Teatro e corpo glorioso : saggio su Antonin Artaud, Milano, Feltrinelli, 1978. 4 L. Mucci, Beckett, l‟ultimo drammaturgo rifondatore, Bulzoni, Roma 2005, pp. 12-3. E‟ importante, tra le varie interpretazioni, riportare quella di Paolo Bertinetti: «Beckett ha scritto dei testi teatrali senza teorizzare una concezione drammaturgica, a differenza di Brecht. Contrariamente a quanto vale per il teatro epico rispetto a Brecht, il teatro dell‟assurdo non è il teatro di Beckett, che nei suoi successivi sviluppi è diventato sempre più lontano dalle caratteristiche enunciate da Esslin»: P. Bertinetti, Invito alla lettura di Samuel Beckett, Milano, Mursia 1984, p. 88.

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teatro
beckett
drammaturgia
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