Il fumetto come letteratura e arte: Vittorio Giardino
L’origine del fumetto, ma anche lo stesso nome di quest’arte non ha un’unica soluzione. Infatti, per quanto riguarda la sua origine c’è chi la fa risalire addirittura alle prime pitture rupestri, infondo nient’altro che rappresentazioni per immagini di un’idea. Il nome, invece, cambia in base al Paese in cui ci si trova (dall’italiano «fumetto» all’inglese «comics»). Ma ormai, la nascita del fumetto nella sua forma moderna è fatta risalire, quasi all’unanimità, alla pubblicazione, nel 1895, della vignetta in cui compare Yellow Kid da parte di Outcault sulle pagine del «New York World».Dagli USA si diffondono abbastanza rapidamente in tutto il mondo e specialmente in Europa e Sud America. In questi due continenti avremo, appunto, le maggiori “scuole” del fumetto. Quindi, oltre alla statunitense, quella francese, con la sua importante appendice belga, quella italiana e quella argentina.Passando ora al caso specifico dell’Italia vediamo come, anche nel nostro Paese, gli inizi sono caratterizzati dall’introduzione dei fumetti nordamericani. In particolare grazie alla rivista «Il Corriere dei Piccoli», pubblicata a partire dal 1908, la Penisola è venuta in contatto con la produzione a stelle e strisce. D'altronde le riviste hanno sempre avuto un ruolo importante in Italia per quanto riguarda la diffusione e la produzione di fumetti.Ma è a partire dagli anni Sessanta e soprattutto con gli anni Settanta che le riviste diventano un vero e proprio fenomeno nell’ambito del fumetto.Il fenomeno durerà fino agli anni Ottanta, ma già il decennio precedente aveva mostrato i segni della crisi con la maggior parte delle pubblicazioni che chiudevano dopo pochi anni di vita. La fine del “movimento” delle riviste esaurisce, in qualche modo, la vitalità e la visibilità del fumetto che, a parte eccezioni come Tex e Diabolik che resistono con successo rispettivamente dal 1948 e dal 1962, e i grandi autori come Pratt e Battaglia incontra un periodo di forte crisi spezzato in qualche modo dall’enorme successo di Dylan Dog di Tiziano Sclavi, apparso per la prima volta nel 1986.Un autore che rappresenta tutto questo è Vittorio Giardino. Un ingegnere bolognese che decide di dedicarsi completamente alla sua passione : il fumetto. Dopo i primi lavori “sperimentali”, inventa alla fine degli anni Settanta un nuovo personaggio : Sam Pezzo. Quest’ultimo è un investigatore privato protagonista di storie brevi che si ispirano al genere dell’hard boiled americano. Nelle sue avventure, che con il passare del tempo si sviluppano sotto il profilo sia del disegno che delle storie, sono presenti tutti gli elementi tipici dei romanzi di Hammett e Chandler, ma naturalmente l’autore inserisce elementi propri, il più evidente dei quali è l’introduzione di pezzi della sua Bologna nell’ipotetica città, ricalcata su quelle americane, in cui si svolgono le avventure del detective. Dopo quest’esperienza Giardino decide di cimentarsi con una storia lunga con un unico protagonista, quasi un romanzo a fumetti. Per questa avventura sceglie il genere della spy-stories ispirandosi però a Le Carrè piuttosto che a Fleming. Nasce così Max Fridman. Dalla sua prima avventura sono presenti tutti gli elementi che caratterizzeranno il personaggio e che renderanno l’autore famoso in tutto il mondo. Oltre alle classiche tematiche proprie del genere spionistico e alla sua declinazione operata da Le Carrè, che Giardino fa sua, l’autore bolognese aggiunge alcune caratteristiche come l’umanità del protagonista e un umorismo di fondo che gli permette di alleggerire le storie ma soprattutto di commentare eventi ed esprimere le sue idee. Inoltre a partire da queste opere il fumettista si adegua completamente ai dettami della linea chiara, portandola a nuovi livelli di perfezione.
Oltre a Pezzo e Fridman, la produzione di Giardino si compone di altre opere “lunghe” come Jonas Fink, romanzo di formazione in due parti, ed Eva Miranda parodia delle telenovelas e della pubblicità. Inoltre Vittorio Giardino ha creato storie brevi che narrano di diversi argomenti, da quelli più cari al fumettista, ad argomenti estemporanei e ispirati a determinati avvenimenti. Ricordiamo ancora raccolte di disegni, edizioni limitate e di lusso di sue opere e collaborazioni con giornali e riviste anche al di fuori del fumetto propriamente detto.
Tutto questo ci mostra come Vittorio Giardino sia uno dei pochi fumettisti che riesce e può permettersi di svolgere tutto il lavoro in proprio. Che riesce a passare da un genere all’atro. Ci dimostra che Vittorio Giardino è uno dei più grandi interpreti del fumetto, del disegno e, più in generale, della letteratura.
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Informazioni tesi
Autore: | Mario Pugliese |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Bari |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Lettere |
Relatore: | Angiola Ferraris |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 75 |
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