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Il Doppiaggio: proposta di traduzione e adattamento dei dialoghi della seconda puntata di The Buddha of Suburbia

La seguente tesi intende proporre la traduzione e l’adattamento dei dialoghi della seconda puntata della miniserie televisiva in quattro puntate di The Buddha of Suburbia andata in onda nel 1993 e tratta dall’omonimo romanzo di Hanif Kureishi. La tesi si articola in tre parti che rappresentano le rispettive fasi che hanno portato al prodotto finale.
Il primo capitolo della tesi è teorico e si pone l’obiettivo di mostrare le particolarità della traduzione audiovisiva: l’essenza di un testo doppiato è, infatti, quella di essere un testo multisemiotico che obbliga i traduttori a prestare attenzione a dettagli dell’oralità e ai vincoli imposti dalle immagini visive. La traduzione per il doppiaggio è quindi un tipo di traduzione molto complessa poiché alle difficoltà insite nell’atto del tradurre si sommano ostacoli che vanno oltre la sfera linguistica. La figura del traduttore, che molto spesso coincide con quella dell’adattatore e dialoghista, svolge un ruolo molto delicato poiché oltre a tradurre i dialoghi nella lingua di arrivo, ha anche il compito di rendere il discorso narrativo fruibile e verosimile. A tale proposito, si sono prese in esame le caratteristiche del parlato filmico, il concetto di “equivalenza” e l’utilizzo di strategie traduttive stranianti e addomesticanti, sempre in relazione alla traduzione filmica. Nonostante questo lavoro si occupi principalmente della fase di traduzione e adattamento è importante sottolineare che il processo di doppiaggio è fatto di altri due passaggi: la fase di produzione e quella di post-produzione.
Dopo questa panoramica sulla traduzione filmica, il secondo capitolo pone le basi per la traduzione e l’adattamento della seconda puntata di The Buddha of Suburbia. All’interno di questa seconda parte sono introdotti il romanzo, le similitudini tra quest'ultimo e la serie televisiva e le caratteristiche dei personaggi principali. Durante la fase di pre-produzione, il romanzo ha, infatti, svolto la funzione di sceneggiatura, data l’aderenza del prodotto audiovisivo all’opera scritta.
Il terzo e ultimo capitolo del presente lavoro è dedicato alle difficoltà affrontate durante la traduzione e l’adattamento dei dialoghi. Il commento alle scelte traduttive e di adattamento (le cui versioni complete si trovano in appendice), è suddiviso in tre macrocategorie che mettono in luce problemi traduttivi di diversa natura. Tuttavia, tale suddivisione è puramente indicativa poiché il lavoro ha mostrato che il processo di traduzione e adattamento è caratterizzato da continue negoziazioni dove ogni decisione viene presa in funzione di una pluralità di fattori ed è soggetta a vincoli di immagine e sincronismo labiale.

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INTRODUZIONE Questo lavoro è volto a offrire un’introduzione alla traduzione audiovisiva, oggetto di studio che ha attirato l’attenzione dei Translation Studies solamente verso la seconda metà del Novecento. La traduzione multimediale, infatti, ha ricevuto un potente impulso solo a partire dagli anni Novanta del secolo scorso quando i prodotti audiovisivi iniziarono a essere trasmessi attraverso i più diversi canali di fruizione. L’obiettivo di questo lavoro è esplorare, seppur in maniera limitata, la traduzione per il doppiaggio, o traduzione filmica, piuttosto che altre forme di trasposizione linguistica come, ad esempio, la sottotitolazione. Tale scelta non è casuale ma si deve a due motivi principali: in primo luogo la tradizione del doppiaggio nel nostro paese dove, nonostante l’ampia diffusione della sottotitolazione negli ultimi anni, esso è ancora la forma di traduzione audiovisiva privilegiata per le opere di finzione; in secondo luogo, pur essendo il doppiaggio la forma di traduzione audiovisiva dominante nel nostro paese, le fasi che portano al prodotto finito e le figure professionali coinvolte sono per lo più sconosciute al pubblico. A questo proposito è interessante analizzare come si arriva alla colonna del doppiato e quali elementi determinano le scelte traduttive dell’edizione italiana. Scelte che da una parte possono risultare manipolatorie e allo stesso tempo possono apparire particolarmente creative ed efficaci. Nella prima parte di questo elaborato, dopo una breve panoramica sull’universo dell’audiovisivo e sulle differenti modalità di trasposizione linguistica, si focalizza l’attenzione sulla traduzione filmica e sulle sue principali caratteristiche. Quando si parla di traduzione per il doppiaggio si fa spesso riferimento al testo filmico che, a differenza dei testi scritti, è costituito da una pluralità di elementi oltre a quello verbale, come afferma Galassi: elementi testuali, certamente (si parte pur sempre da un copione tradotto e adattato), ma anche elementi prosodici (i tempi di recitazione specifici di ogni lingua), paratestuali (l'interpretazione dell'attore in sala di doppiaggio), plurimediali (il mixage della colonna sonora doppiata in rapporto alle immagini), psicoacustici (la percepibilità e la verosimiglianza del dialogo doppiato in relazione allo sfondo sonoro). 1 La colonna sonora del film tradotto è quindi un oggetto complesso, in quanto è costituito da elementi testuali di natura diversa che vengono fruiti simultaneamente, e in sincrono con le immagini. La traduzione per il doppiaggio, a differenza di quella “letteraria”, non solo deve tenere conto delle difficoltà traduttive rappresentate da elementi culturali presenti nella cultura di partenza e assenti in quella di arrivo, ma deve prestare particolare attenzione all’oralità dei personaggi e ai vari livelli di sincronismo che contribuiscono al 1 1 Galassi, G., “Fottiti Amico”, in Taylor, C., Soria, G. (2000), Tradurre il cinema. Trieste: Università degli studi di Trieste, Dipartimento di scienze del linguaggio, dell'interpretazione e della traduzione, p.5

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Parole chiave

traduzione
adattamento
doppiaggio
hanif kureishi
the buddha of suburbia
miniserie
dialoghi
leteratura postcoloniale
accented cinema
il budda delle periferie

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