I titoli nei papiri ercolanesi
Nella prospettiva di una futura, ulteriore analisi condotta sui papiri stessi, in questo lavoro si cercherà di analizzare la tipologia, gli elementi costitutivi essenziali, le informazioni accessorie, la posizione, le proporzioni e le caratteristiche paleografiche dei titoli dei papiri ercolanesi, attraverso l’esame dei disegni oxoniensi e napoletani che ne sono stati tratti, delle edizioni che ne hanno dato vari studiosi, di saggi e articoli su alcuni aspetti salienti e su problemi particolari affini all’argomento affrontato; allo stesso tempo, in maniera occasionale, si offriranno spunti di confronto con i papiri greco-egizi e si accennerà alle problematiche relative allo svolgimento antico e moderno dei rotoli e alle diverse tecniche di ricostruzione testuale.
Si tratta della prima volta che viene portata a termine una sistematica raccolta delle informazioni concernenti le soscrizioni dei materiali ercolanesi finora a nostra disposizione, mediante una trattazione completa, sebbene limitata ai riferimenti bibliografici e alle testimonianze rese dagli apografi, allo scopo di agevolare il compito di coloro che avranno intenzione di continuare tale lavoro attraverso l’analisi autoptica dei manufatti. Si può affermare, infatti, che, successivamente agli scritti di Capasso, sono apparsi contributi soltanto sporadici e parziali riguardanti l’argomento qui esaminato, oppure sono state pubblicate osservazioni in relazione a singoli titoli, o notizie inerenti disseminate all’interno degli studi più svariati a proposito di determinati testi papiracei: si era resa indispensabile, dunque, a parere di molti, una coerente, ordinata e compiuta sistemazione generale circa i titoli, come strumento tale da consentire a chiunque una visione globale.
Grazie ai positivi risultati delle attente e rigorose ricerche, sviluppatesi nell’ultimo ventennio ad opera di diversi studiosi, sono emerse delle novità rispetto ai dati dedotti da Cavallo.
Elementi caratterizzanti del titolo sono: il nome dell’autore, il titolo dell’opera, ed eventualmente, il sottotitolo, l’indicazione della natura ipomnematica del testo, il numero del libro e il numero del tomo.
Elementi accessori del prodotto librario sono: i dati sticometrici finali e iniziali, il numero dei kollemata e/o delle colonne di cui era composto il papiro, la datazione e gli orpelli decorativi.
Le segnalazioni aggiuntive, quali numero di stichoi, colonne e kollemata, che ricorrono dopo le subscriptiones, qui saranno tralasciate di proposito, giacché non sono parte integrante del titolo. Cavallo , tuttavia, puntualizzava che le note sticometriche sono importanti referenti bibliologici e catalogici dell’estensione del testo, oltre che ai fini della retribuzione dello scriba, per la programmazione della misura dello scritto da trascrivere in un’eventuale ulteriore copia e della quantità di manodopera necessaria; ovviamente essi consentivano anche al lettore di valutare il tempo necessario alla lettura e, in caso di danneggiamento subito dal rotolo, di sapere esattamente l’estensione della parte andata persa .
Come ha osservato M. Capasso, spesso, in sede di trascrizione dei testi, si rendeva necessaria l’aggiunta di vari kollemata ai rotoli di lunghezza insufficiente .
Come ricorda Capasso , lo scriba conosceva già il numero di στίχοι, perciò farebbe riferimento a linee normali, le quali erano l’unità di misura dell’estensione dei testi indipendentemente dalla tipologia grafica, corrispondenti alla lunghezza di un esametro dattilico, vale a dire 34-38 caratteri: per conoscere il numero delle linee effettive di scrittura, basta raddoppiare (o moltiplicare per 1,5 a seconda dei casi) il numero indicato.
Si è riscontrata, inoltre, una notevole varietà di modalità grafiche e di collocazione delle soscrizioni, in quanto sono stati scoperti altri esempi di titoli, non solo finali, ma anche iniziali;in altri casi abbiamo sia il titolo iniziale che quello finale, titoli finali ripetuti e persino esterni.
È stata confermata la corrispondenza univoca rotolo/libro, in quanto la subscriptio non è mai in posizione intermedia.
Quanto alle dimensioni, esse variano in relazione alla lunghezza effettiva del titolo, alla quantità delle indicazioni accessorie fornite, al modulo delle lettere, all’interlinea, alla distribuzione delle parole tra le linee e sicuramente alla volontà, da parte del calligrafo, di mettere in risalto il titolo, oltre che con caratteri più grandi, anche con apici ornamentali e disposizione simmetrica e centrata. Perciò, più che le dimensioni in senso assoluto, si potrebbe tentare di individuare le proporzioni dei titoli relativamente al testo scritto e allo spazio non scritto
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Informazioni tesi
Autore: | Ida Cirillo |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Napoli - Federico II |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Lettere |
Relatore: | Giuliana Leone |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 59 |
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