I giovani e la cultura hip hop: analisi dei messaggi veicolati

INTRODUZIONE La scelta del corso di laurea in “Scienze delle professioni educative di base’’ non può non basarsi su una grande passione per il mondo giovanile. Un mondo spesso bistrattato, giudicato e troppo facilmente etichettato dalla società che, tramite la politica, il mondo del lavoro, la cultura dominante e la stampa, si è sempre contraddistinta, di generazione in generazione, per un comune atteggiamento: lo scetticismo verso le nuove generazioni. Una forma di autoreferenzialità che prosegue ancora oggi, nelle accuse di inconsistenza o nella puntualizzazione delle problematiche e degli allarmi, anziché nel riconoscimento e nell’incoraggiamento delle potenzialità. Questa tesi si vuol muovere su un versante opposto che, come già detto, nasce dalla passione ma poi prosegue e si evolve nell’osservazione partecipante e nel dialogo con il mondo giovanile, per sfociare infine, in una sua analisi tramite gli strumenti della metodologia e della psicologia sociale. L’intento è stato quello di raccontare la musica rap e i suoi contenuti come una cartina di tornasole per comprendere una parte di universo giovanile – quello della cultura Hip Hop – che si è rivelato come un mondo ricco di risorse nonostante la scetticismo globale a tal riguardo. La scelta dell’oggetto d’indagine è nata dall’osservazione delle potenzialità comunicative della musica (in senso lato) e degli effetti talvolta negativi sui giovani appassionati. Il riferimento, in questo caso, va a diversi fatti di cronaca, uno degli ultimi: il suicidio di un adolescente di appena 13 anni di Nulvi che a parere della stampa locale e dell’opinione pubblica aveva compiuto quel gesto ispirato dalla musica che ascoltava 1 . La necessità di iniziare a comprendere in 4 1 Suicida a 13 anni, paese sotto choc la Nuova Sardegna — 30 marzo 2006 primapagina - NULVI. Ha lasciato due biglietti: uno alla fidanzatina, l’altro con parole disperate: «Basta menzogne e falsità. Sofferenze e un dio che non c’è». Salvatore Buscarinu, 13 anni, si è impiccato nella mansarda di casa al gancio del sacco da boxeur, tra gli amati cd di musica metallica e punk. […] Una pila di cd sul comodino della sua stanza racconta di gusti particolari: punk, heavy-metal, hard-rock. Testi impegnativi che Salvatore, dicono i compagni di scuola, ascoltava con attenzione. E forse le parole gli si erano appiccicate nella pelle e nella testa sino a condizionarlo e a fargli pensare che andare avanti fosse inutile.