Fluxus e la parola. Un confronto tra Brecht e Vautier

5 I - FLUXUS Fluxus è movimento, rivoluzione, spostamento. Fluxus è tutto questo e molto di più. Infatti non sono bastati più di quarantanni dalla coniazione del suo nome per poterne avere una definizione unica e certa. Ciò è dato sia da un’inclinazione naturale, del fenomeno Fluxus, a fuggire le categorie di definizione esistenti, quanto dalla volontà di canalizzare l’attenzione sull’opera, piuttosto che sull’artista o sul movimento artistico: «Fluxus is what Fluxus does - but no one knows whodunit». 1 Pur potendo definire Fluxus, secondo una delle accezioni letterali del termine (dal latino ha varie definizioni: scorrere, ondeggiare in libertà, infiltrazione, fugace), come un movimento, un tale comportamento porterebbe, da un lato a riconoscerlo come un «raggruppamento finalizzato all’affermazione di determinate posizioni artistiche ed ideologiche, concretizzando la (sua) attività, in diverse fasi, in un’organizzazione che produce eventi culturali», ma dall’altro sicuramente a sminuire «il suo atteggiamento sfuggente nei confronti dell’arte e della sua separabilità dalla vita» 2 . «Un atteggiamento che non ama il partito preso della storia come processo garantito e garante dei flussi e dei moti della creazione» 3 , ma che invece si sente di travalicare, con la sua globalità e con la sua leggerezza, ogni tipo di confine, come confermano alcune parole spese da Dick Higgins per raccontare la sua esperienza: 1 Parole di Emmett Williams in K. Friedman, Forty Year of Fluxus, in Fluxus and Company, pubblicato da Emily Harvey Gallery, 1989. 2 G. Zanchetti, La poesia è una pipa…, CUEM, Milano 2004, p.35. 3 A. Bonito Oliva (a cura di ), Ubi Fluxus Ibi Motus 1990-1962, cat., Nuove Edizioni Gabriele Mazzotta, Milano 1990.