Eventi e turismo religioso: fattori di sviluppo locale
Nel passaggio dalla società industriale a quella post-industriale, il processo di terziarizzazione, intrecciato con la delocalizzazione e lo smantellamento della grande industria, ha inciso profondamente sulle alternative di sviluppo di molte aree di antica industrializzazione. Le città si apprestano ad abbracciare nuovi modelli di sviluppo orientati alla cultura e al turismo che costituiscono uno dei fattori più rilevanti dell’attuale società consumistica e rappresentano un notevolissimo business globale, basato soprattutto sulla circolazione di informazioni.
Ponendo attenzione a obiettivi di recupero urbano e a nuove destinazioni d’uso, ma soprattutto alla ricerca di nuove fonti di benessere economico, culturale e sociale, la strada della riqualificazione culturale e turistica delle città deve fondarsi sul recupero delle radici e delle identità locali, su progetti che siano fondati sull’individuazione di valori condivisi e sulla valorizzazione dei simboli della comunità .
In questi ultimi anni assistiamo ad un andamento particolarmente positivo del turismo religioso per due ragioni fondamentali:
- ad oggi si stima siano 260 milioni le persone nel mondo che compiono pellegrinaggi, 35-40 milioni in Italia con 19 milioni di pernottamenti, per un business intorno ai 4 miliardi di Euro. Un fenomeno che nel 2005 ha conosciuto un incremento medio del 5,5% con picchi del 10% e con un fatturato pari al 6% dell’intero comparto turistico nazionale ;
- la mutata figura del pellegrino stesso. Il turismo religioso odierno infatti abbina sempre più spesso fede, storia e cultura in una nuova forma che nasce dall’incrocio tra spiritualità pura e una ricerca di benessere dal carattere più ampio e
trasversale. Il nuovo pellegrino si mette in viaggio non solo per motivi religiosi in senso stretto, ma confuse dall’incedere della quotidianità alla ricerca di radici condivise, di sé stesso, della sua interiorità a prescindere dalla fede.
La globalizzazione ha reso possibile ad ogni città di rendersi visibile, di mettersi in vetrina anzi, ne ha sollecitato l’esigenza e poiché tutti hanno, chi più chi meno, la stessa possibilità, ciascuna deve rendersi agli occhi di chi guarda, di chi acquista, come un luogo unico ed inimitabile. Sono quindi necessarie strategie di city-marketing affinché le città imparino a comunicare per promuovere se stesse.
Gli strumenti a disposizione per promuoversi sono svariati e ciascuno sceglie di utilizzare quelli più coerenti alle proprie esigenze e ai propri obiettivi. Sicuramente uno dei modi più immediati per mettersi in mostra è quello di ospitare o realizzare un “evento” attraverso lo “svelamento” del proprio patrimonio sia esso costituito da beni architettonici, artistici, storici o culturali come le “tradizioni”.
Gli eventi in tale contesto offrono un’importante occasione di rilancio e riposizionamento strategico di immagine, se ben organizzati e se fondati su elementi quali l’unicità e la qualità. Gli eventi costituiscono per la loro rilevanza una potenziale fonte di risorse per il territorio, in termini economici, occupazionali, turistici e socio-culturali.
Può una “festa popolare” cambiare il volto di una intera città?
Questa è la domanda che mi sono posta nell’analisi del mio campo di indagine. La risposta è si. Se poi si tratta di una città con una vocazione turistica ma poco abituata ad iniziative culturali di ampio respiro, il cambiamento può diventare addirittura una rivoluzione.
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Informazioni tesi
Autore: | Pina Armenante |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2006-07 |
Università: | Università degli Studi di Ferrara |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze della comunicazione |
Relatore: | Paolo Frignani |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 105 |
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