Estetica della Danza: Il Sentire e Il Muoversi in Erwin Straus
Scopo di questo elaborato è d’ illustrare il pensiero – fenomenologico ed estetico – dello psichiatra tedesco Erwin Straus: il suo distanziarsi dalla precedente tradizione psicologica come stimolo per l’andare alla riscoperta della primaria esperienza sensoriale umana e come base per trovare un modo nuovo di concepire la “malattia mentale”.
Data la complessità dell’argomento trattato, si è deciso di suddividerlo in tre grandi capitoli. Nel primo capitolo si prenderà in considerazione la crisi di psichiatria e psicologia: la sua origine, il suo insorgere, le soluzioni per rifondarla. Derivata dallo schema concettuale introdotto da Cartesio – ovvero lo scindere l’uomo in res cogitans e res extensa -, la crisi verrà avvertita sia nello stesso campo psicologico, sia in quello filosofico, e superata con il contributo di entrambi. Tra le rifondazioni possibili, si prenderà in esame quella proposta da Erwin Straus. Per introdurla, almeno a grandi linee, ci si soffermerà sull’approccio fenomenologico impiegato da Straus, sul rapporto tra fenomenologia e biografia dell’autore, e sull’approccio estetico, dispiegato in entrambe le sue accezioni: quella sensibile e quella artistica.
Nel secondo capitolo si approfondirà il tema dell’infeconda eredità cartesiana, seguendo la traccia della stessa critica strausiana a Cartesio e Pavlov. Ultimate le critiche – il cui accento sarà posto sull’erronea interpretazione dei sensi e del moto -, si analizzerà nel dettaglio l’obiettivo primario di Straus: la descrizione del sentire e la descrizione del muoversi. Esse, infatti, sono per l’autore un’inscindibile unità: non si può significativamente parlare dell’uno senza l’accompagnamento dell’altro. Per questo motivo, la discussione dello spettro dei cinque sensi – anche se in realtà i principali indagati saranno vista e udito - sarà collocata in chiusura del secondo capitolo.
Dal momento che Straus concepisce ogni senso come un modo specifico di comunicazione col mondo e come una particolare forma di spazialità, viene offerta la possibilità di passare oltre, di procedere alle problematiche dell’ultimo capitolo: il vero nodo tematico e l’obiettivo dell’esposizione dell’autrice dell’elaborato. Dapprima, si prenderanno in esame le molteplici forme di spazialità individuate da Straus sia nell’ambito del sentire – comprese le forme di spazialità psicotiche – sia nell’ambito del conoscere, per poi arrivare al particolare caso della danza. Anch’essa forma di spazialità, di unione tra sentire e movimento, di esperienza vissuta, la danza potrà essere d’aiuto alla comprensione di ciò che realmente distingue il sano dal patologico.
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Informazioni tesi
Autore: | Linda Mapelli |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze della comunicazione |
Relatore: | Andrea Pinotti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 56 |
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