Da riciclatore ad autore: alcuni aspetti del percorso cinematografico di Pedro Almodòvar
L’ipotesi iniziale alla base di questo percorso nel cinema almodovariano è il tentativo di stabilire cosa si celi realmente dietro ad alcune etichette, legate ad un regista estremamente conosciuto dal punto di vista mediatico, presente nell’immaginario collettivo grazie a diverse pellicole di successo. Per indagare in modo esauriente l’universo almodovariano si sono scelti due approcci di riferimento.
In primo luogo un’analisi della lettura del cinema di Almodóvar fornita dalla stampa e dalla critica italiana, a partire da Donne sull’orlo di una crisi di nervi (1988), il film della rivelazione in Italia, a ritroso verso gli esordi dei primi anni ’80 e, di seguito in progress, fino al più recente Volver (2006). Il primo capitolo illustra le diverse identità personificate dal regista spagnolo secondo i critici italiani nel corso della carriera: da talento provocatorio e dissacratore, a sdoganatore manierista della cultura spagnola, sino alla consacrazione come autore riconosciuto del cinema europeo. In tal senso si è proceduto ad una ricognizione che ha tenuto conto di commenti e recensioni contenute sia nei quotidiani nazionali, sia in riviste specializzate.
In secondo luogo si è proceduto a descrivere il contesto culturale in cui Almodóvar è cresciuto artisticamente, muovendo i primi passi anche in ambito cinematografico. Attraverso un confronto incrociato tra testimonianze e studi sulla Spagna del “dopo Franco” e sul cambio cultural, che ha come centro principale la Madrid degli anni ’80, si è cercato di fare chiarezza sul fenomeno della movida e su quale relazione tale tendenza abbia mantenuto con la cifra stilistica di Almodóvar. L’acquisizione di una nuova visione del mondo, il gusto per la contaminazione e la provocazione frivola e irriverente sono le caratteristiche di questo non movimento rintracciabili anche nel primo Almodóvar. L’osservazione dell’universo movida ha permesso di evidenziare un parallelo tra la sua evoluzione storica e la produzione del regista mancego negli anni ’80. Tre fasi, la prima sperimentale-underground, la seconda segnata dai primi consensi di critica e l’ultima, quella della consacrazione internazionale, che coincide con la fine della movida stessa.
Alcuni aspetti del portato estetico e culturale della movida, ovvero la fusione tra high culture e mass cult, e la mancanza di profondità che si traduce in pratiche espressive di combinazione e riuso, sono i tratti distintivi dei primi due film Almodóvar. Nello specifico, il terzo capitolo pone l’attenzione su Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio (1980), considerato il film che svela il mondo underground della movida dall’interno. La valorizzazione della cultura bassa e della provocazione kitsch sono il tessuto connettivo di un’opera prima che mostra da un lato il legame tra la movida e la cultura pop americana, dall’altro i rapporti con la commedia popolare spagnola del periodo franchista.
Al centro di Labirinto di passioni (1982), su cui si sofferma il quarto capitolo, vi è la tendenza del regista ad omaggiare stilemi cinematografici e non, creando un caleidoscopio testuale inedito. L’analisi rivela come il pastiche possa rappresentare la marca testuale di riferimento del racconto di Almodóvar. Nel film diversi livelli convivono in un meccanismo ludico di realtà e finzione.
Lo sguardo rivolto a Donne sull’orlo…, nel quinto capitolo, ha lo scopo di verificare quali siano gli elementi di continuità che costituiscono il filo conduttore tra le due opere degli esordi e la migliore commedia almodovariana. Il film rappresenta per molti versi un nuovo inizio nella produzione del regista. Qui infatti sono visibili le prime tracce di una nuova organizzazione del racconto. Almodóvar allarga il proprio pastiche testuale, includendo sé stesso fra i modelli di riferimento. Tale aspetto, espresso solo parzialmente in questo film, si manifesta compiutamente con la svolta autoriale, descritta nel parallelo tra Il fiore del mio segreto (1995) e Tutto su mia madre (1999). Rivendicando un’ autorialità, nascosta tra le pieghe delle proprie storie, Almodóvar si propone come un classico nella storia del cinema.
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Informazioni tesi
Autore: | Alessandro Luigi Orlandini |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze della Comunicazione |
Relatore: | Guglielmo Pescatore |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 220 |
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