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Costruire l'inimmaginabile: lo spostamento della prospettiva nei documentari DEFA sull'orrore nazista

Questa tesi nasce dal desiderio di indagare il passato tedesco legato ai campi di concentramento e alla Shoah, cercando di capire se e come questo tema è stato rielaborato e affrontato dal popolo tedesco nella seconda metà del XX secolo. La prospettiva seguita nel corso di questa analisi è quella della Germania Est, quindi dello stato socialista fondato quattro anni dopo la fine della seconda guerra mondiale. Questo tema è stato affrontato prendendo in considerazione un ambito specifico della cultura della DDR, ovvero quello dei documentari. È stato scelto questo campo poiché quello letterario e dei film di finzione è già stato ampiamente discusso, mentre la produzione documentaria socialista è rimasta fino ad oggi nell’ombra. Se gli studi sulla letteratura e cinema della DDR in merito al tema della Shoah e dei campi di concentramento hanno evidenziato che questo complesso tematico non ha ottenuto la giusta legittimazione in Germania Est, è stato interessante cercare di capire se l’ambito documentaristico abbia seguito le stesse orme di quello letterario e dei film di finzione oppure se sia riuscito a smarcarsi da questi due, dando un valido contributo alla ricostruzione e alla trasmissione del passato nazionalsocialista. L’analisi svolta ha portato alla luce aspetti interessanti, ma allo stesso tempo anche negativi, che ancora una volta hanno confermato la scarsa attenzione che la DDR ebbe – soprattutto per ragioni politiche – nei confronti di questo discorso così importante per la storia tedesca.
I documentari sul nazionalsocialismo prodotti in Germania Est tra il ’46 e l’89 sono tredici. Non potendo, in questa tesi, analizzare approfonditamente tutti i tredici documentari ne sono stati analizzati sette, coprendo in questo modo l’intero arco dei quarant’anni di esistenza della DDR. Si è scelto di prendere in esame un film per ogni decennio: in questo modo si è potuto vedere il cambiamento che intercorre tra un decennio e l’altro. L’unica eccezione è rappresentata dagli anni Sessanta: di questo periodo sono stati presi in considerazione tre documentari poiché il primo grande spostamento della prospettiva socialista si verifica dalla seconda metà di questo decennio e allo stesso tempo i due film del 1966 e 1968 sono entrambi troppo importanti per dover rinunciare a uno dei due. Ciò che emerge dall’analisi è in primo luogo la stretta relazione presente tra la sfera politica e quella culturale all’interno del territorio socialista. Questo rapporto di dipendenza tra politica e cultura non ha permesso ai registi – soprattutto nei primi decenni post bellici – di esprimersi liberamente. Il confronto dei documentari DEFA con le due più importanti produzioni sulla memoria dei campi di sterminio ha messo in evidenza la netta differenza tra i due tipi di film. I documentari francesi in questione sono Nuit et Brouillard (1956) di Alain Resnais e Shoah (1986) di Claude Lanzmann. Entrambi si sono dimostrati essere in grado di avvicinarsi a questo tema più di quanto non abbiano fatto in quarant’anni quelli DEFA. Si potrebbe dire che ciò che è emerso da questa tesi mostra che anche la tradizione documentaria della DDR ha seguìto lo stesso andamento di quella letteraria e cinematografica. Partendo da una forte negazione del passato, associata ad un periodo di lungo silenzio sull’orrore nazionalsocialista, la produzione documentaria ha subìto un primo cambiamento nel momento in cui ha ‘accettato’ di affrontare quel passato dalla prospettiva antifascista e un secondo cambiamento sul finire degli anni Sessanta grazie alle produzioni della nuova generazione – esattamente come era avvenuto sulla scena letteraria. Ciò che però va riconosciuto a questi documentari è che hanno aperto un discorso sui campi di concentramento fornendo immagini – anche se in alcuni casi discutibili – e resoconti di ciò che avveniva al loro interno. Un’apertura che i film di finzione avevano sempre evitato, limitandosi a trattare il periodo precedente e quello successivo alle deportazioni e allo sterminio.

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2 Introduzione L’intento di questa tesi è di indagare il passato tedesco legato ai campi di concentramento e alla Shoah, cercando di capire se e come questo tema è stato rielaborato e affrontato dal popolo tedesco nella seconda metà del XX secolo. La prospettiva che è stata scelta per questa analisi è quella della Germania Est, quindi dello stato socialista fondato quattro anni dopo la fine della seconda guerra mondiale. Che posizione prenderà la neo fondata Repubblica Democratica Tedesca nei confronti delle azioni compiute dai nazionalsocialisti? In questa tesi inoltre, si è scelto di analizzare questo argomento concentrandosi su uno specifico ambito della cultura della DDR: i documentari. Si è scelto di trattare il campo dei documentari poiché quello letterario e dei film di finzione è già stato ampiamente discusso, mentre la produzione documentaria socialista ad oggi non è stata ancora sufficientemente indagata. I numerosi studi sulla letteratura e cinema della DDR in merito al tema della Shoah e dei campi di concentramento hanno evidenziato che questo complesso tematico non ha ottenuto la giusta legittimazione in Germania Est. Il punto dal quale questa tesi trae le sue origini è proprio questo, in altre parole cercare di capire se l’ambito documentaristico ha seguito le stesse orme di quello letterario e dei film di finzione oppure è riuscito a smarcarsi da questi due, dando un valido contributo alla ricostruzione e alla trasmissione del passato nazionalsocialista. Dopo aver dedicato uno spazio alla tradizione documentaria in DDR, con l’intenzione di capire quale fosse la funzione che era stata attribuita a questo genere cinematografico e aver mostrato in che modo il recente passato fosse stato trattato in campo letterario filmografico, l’attenzione si focalizza definitivamente sui documentari. Si è scelto di analizzare sette produzioni, coprendo in questo modo l’intero arco dei quarant’anni di esistenza della DDR. I documentari sul nazionalsocialismo prodotti in Germania Est sono in totale tredici. Non potendo, in questa tesi, analizzare approfonditamente tutti i tredici documentari ne verranno analizzati solamente sette. Si è scelto di prendere in esame un film per ogni decennio in modo da vedere il cambiamento che intercorre tra un decennio e l’altro. L’unica eccezione è rappresentata

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repubblica democratica tedesca

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