Corpi urbani al margine: l'efficacia simbolica del portico
Tra tutti i campi di interesse della sociosemiotica forse quello della spazialità appare il più bizzarro. A differenza della televisione, della pubblicità, della moda, della politica, lo spazio dà l’impressione di non essere legato a regole di produzione specifiche, semplicemente perché non sembra più di tanto legato alla presenza dell’uomo. Un luogo esiste da sé, senza bisogno di un occupante, si potrebbe pensare. Ciò che si prova a dimostrare in questo lavoro è che anche gli spazi reali (non solo quelli virtuali) sono spazi costruiti, in un certo senso artificiali, che significano qualcosa in base a regole di generazione del senso implicite, nascoste, ma complesse e precise.
Questo lavoro vuole indagare da un punto di vista semiotico sugli effetti che può avere uno spazio sul corpo che lo occupa. Il corpo infatti viene messo in evidenza non solo come un elemento necessario nella generazione e nella lettura del senso, ma anche come parte integrante del processo di significazione, facendo riferimento agli studi di Lévi-Strauss sull’efficacia simbolica dei testi.
Nello specifico si prende in considerazione la città, inquadrandola come testo spaziale complesso e come luogo di continui conflitti sociali, che sono prima di tutto conflitti di senso. La visione che si propone non è quella di uno spazio urbano che fa da sfondo, da scenario immobile alla rappresentazione dei fenomeni trattati, ma quella di uno spazio che è motore dei comportamenti umani, protagonista vero e proprio della scena sociale. Questa efficacia dello spazio sul corpo è evidenziata prima attraverso una rilettura semiotica delle considerazioni di Augè sui nonluoghi e poi attraverso l’analisi personale di uno spazio della città di Caserta.
In particolare si approfondisce il ruolo di uno specifico oggetto topologico: il portico. Struttura architettonica da sempre utilizzata come luogo del commercio e della socialità, il portico, come nel caso qui considerato, può diventare al contrario luogo di emarginazione e di illegalità.
Il lavoro mira anche a dimostrare le potenzialità dell’analisi semiotica nello studio e nella comprensione delle problematiche sociali, grazie alla maggiore intelligibilità dei testi che essa garantisce, nonché nell’implementazione di processi decisionali che possano migliorare le condizioni di vita urbane.
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Informazioni tesi
Autore: | Matteo Pota |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Salerno |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Scienze della comunicazione |
Relatore: | Anna Cicalese |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 53 |
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