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Coesione sociale e democrazia liberale. Radici filosofiche, crisi contemporanea e nuove soluzioni.

L'obiettivo del lavoro è quello di tematizzare il concetto di coesione sociale nel suo rapporto con la filosofia politica liberal-democratica e con alcuni fenomeni socio-politici connessi all'età contemporanea. Si cerca di chiarire il ruolo che il concetto riveste all'interno del nesso tra società civile e istituzioni politiche, prima attingendo dai testi della sociologia e dei policy-maker contemporanei, poi attraverso alcuni contributi del pensiero filosofico-politico moderno e del secolo XX: da David Hume a John Rawls, da Charles Taylor a Will Kymlicka, da Alexis de Tocqueville ad Hannah Arendt, da Michael Walzer a Nadia Urbinati. Il tentativo di rendere tra loro coerenti le diverse matrici concettuali di riferimento fa sì che non vengano trascurate ipotesi di convergenze tra i vari contributi presi in considerazione, secondo un sentiero che ci conduce a riflettere sulle connotazioni - anche deteriori - che il concetto di coesione sociale può assumere all'interno di una cornice teorica democratica, ponendosi in stretta relazione con l'affermazione liberale dei principi di libertà ed eguaglianza. In questo senso, alcuni riferimenti al dibattito contemporaneo su democrazia deliberativa e partecipativa ci portano ad individuare nel dispositivo della mediazione sociale un elemento pratico di sintesi che, declinato nella complessità del mondo contemporaneo, punta a superare la tensione dialettica tra "appartenenza" e "autonomia", attraverso l'ideale di "comunità della partecipazione politica".

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4 INTRODUZIONE L'idea di proporre questo lavoro nasce da alcune considerazioni, in parte frutto di esperienze personali, in parte emergenti dall'osservazione del clima sociale e culturale che ci circonda. Vi è innanzitutto un dato di fatto esperienziale: la sensazione, nata osservando alcune dinamiche oggi operanti in alcuni contesti locali del nord Italia, che la progressiva affermazione e la diffusione di atteggiamenti fortemente individualistici ed egoistici nelle piccole comunità (ma anche nelle città) – spesso economicamente benestanti – vadano di pari passo con il sostegno crescente a proposte politiche sempre meno democratiche, sempre più favorevoli a scelte repressive (incuranti del rispetto dei diritti fondamentali) verso i comportamenti interpretati come "non normali", sempre più deresponsabilizzanti per i singoli individui. Un secondo elemento che ha stimolato la nascita di questo elaborato è rappresentato da una conseguenza del primo: la crescente domanda di sicurezza (paura del degrado e della micro-criminalità) che viene espressa nei centri urbani più o meno sviluppati. Le recenti strategie messe in atto per rispondere al disagio dei cittadini fanno spesso riferimento alla cura della coesione sociale come "antidoto" per contrastare il senso di insicurezza che si va progressivamente diffondendo. Si tratta dell'ambito lavorativo dove in questo momento mi trovo inserito, e questo ha incentivato in me la curiosità di sviluppare filosoficamente il tema della coesione. Un terzo fattore è il frequente rilascio di dichiarazioni da parte dei rappresentanti politico-istituzionali, come quelle che seguono: "L'Italia si caratterizza per un alto grado di coesione sociale, [che è] il presupposto fondamentale per la tenuta economica." 1 . Oppure: "V ogliamo fare davvero un grande partito popolare che ha a cuore la coesione sociale." 2 . O 1 COTTONE N., Tremonti: «La coesione sociale è il presupposto per la tenuta economica», da www.ilsole24ore.com, 21 luglio 2009. 2 NON PROFIT, Il mea culpa di Bersani, da http://www.associazioniinrete.it, 16 ottobre 2009.

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Parole chiave

politica
comunità
fiducia
multiculturalismo
will kymlicka
totalitarismo
solidarietà
autonomia
partecipazione
hannah arendt
democrazia partecipativa
appartenenza
john rawls
coesione sociale
david hume
democrazia deliberativa
dispotismo
analfabetismo emotivo
mediazione sociale
democrazia liberale
atomizzazione
disgregazione
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