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Antropologia del falò come evento spettacolare

L'analisi che qui si espone è il risultato di una ricerca condotta su campo. L'indagine si è compiuta a Santicolo, frazione di Corteno (BS). Santicolo è sito in Valle Camonica e ciò inserisce la comunità di villaggio nella tradizione culturale della civiltà camuna. Le incisioni rupestri disseminate in tutta la valle testimoniano il perdurare millenario della tradizione culturale camuna che fonda la propria ritualità sull'adorazione del sole, la simbiosi con l'ambiente naturale e la coesione e solidarietà sociale. La sagra di S. Rocco si svolge annualmente il 16 Agosto, il falò prodotto in tale occasione esprime il perdurare della tradizione rituale camuna. La sagra di S. Rocco non celebra il patrono del villaggio, bensì i co-patroni Rocco, Giusto e Pio, eppure coincide con l'evento più partecipato dalla comunità. Fino alla metà del secolo scorso la festa coincideva esclusivamente con l'ardere della catasta. Il falò, non ha mai avuto alcuna connessione con la ritualità cattolica. Ad oggi, dopo un periodo di sovrapposizione,
il falò è stato soppiantato dai giochi pirotecnici. Lo studio di questa pratica ha permesso di comprendere più approfonditamente il significato d'uso del termine falò e di evidenziarne nello specifico la valenza spettacolare. Il falò è un evento eminentemente collettivo; è un atto che richiede capacità di improvvisazione; è la variazione occasionale sul tema costante del fuoco; è l'occasione in cui la comunità culturale si autocelebra.

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Introduzione. Muore il falò, prosegue la tradizione. Il falò è fuoco. Le principali difficoltà derivate dallo studio del fuoco, sono riconducibili alla natura intrinseca dell'oggetto di indagine: Il filologo francese Jean Bottéro, che ha raccolto tutti i riferimenti al fuoco inseriti negli antichi testi mesopotamici, ritiene che siano necessarie tre condizioni per poter dire di essere in possesso di una testimonianza scritta su qualunque aspetto della vita del mondo antico. In primo luogo essa deve essere registrata; la registrazione deve essere poi sopravvissuta; e infine deve essere stata ritrovata. Riguardo al fuoco, perfino la prima di queste condizioni era in larga misura assente: nelle città da cui provengono le registrazioni, l'uso del fuoco doveva essere così comune e privo di problemi da presentare raramente un motivo valido per farvi riferimento nella scrittura. (Goudsblom 1996: 45) Il pensiero contemporaneo è portato a considerare il falò come la somma simbolica di tutti i fuochi domestici della comunità; come se le fiamme accese presso la dimora di ogni famiglia si ricomponessero in un unico spazio: Il focolare pubblico comune e l'ideologia ad esso relativa sono certamente connessi se non derivati dai focolari domestici. A questo proposito si tenga conto delle relazioni che si possono rilevare tra fuoco della città e focolare regale miceneo: «la disposizione di certi templi arcaici – nei quali eccezionalmente si è instaurato e mantenuto un Focolare della polis – riproduce quella mégaron, residenza regale, sede di una religione legata alla figura del capo, di una religione nella quale l'Hestia rappresenta un elemento fondamentale». Quali che siano i precedenti del sacro fuoco cittadino «ciò che vi si esprime immediatamente, per il fatto stesso che vi è un Focolare della polis come ne esiste uno per ogni famiglia, è la solidarietà concreta che fa del bene di tutti, il bene di ognuno, è il carattere costitutivo della polis che si rivela a sprazzi, ma in pieno, nella teoria, ne fatti, nei comportamenti persino». (Buttita 2002: 74) Il sacro fuoco della casa che si dilata nel fuoco inestinguibile della comunità (da qui tra l'altro la necessità della sua custodia da parte di appositi ordini 2

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