Web 2.0, YouTube, correttori automatici. Aspetti diamesici dell'italiano online (2019)

5 Introduzione Oggi, gli italiani utilizzano la lingua scritta in misura maggiore di qualunque altro periodo storico. La rivoluzione digitale ha portato ad utilizzare la scrittura in più momenti della giornata, tramite strumenti semplici da utilizzare e a portata di gran parte della popolazione. Chi aveva l’abitudine di scrivere poco o nulla (si pensi agli anziani, che non hanno più bisogni particolari), oggi si ritrova a digitare giornalmente molte righe di testo. Nel popolo del web non sono tutti coetanei, né provengono tutti dalla stessa fascia di reddito: questo rende impossibile che la lingua mediata dal computer sia soltanto una, senza variazioni. Ormai è chiaro che esiste un italiano trasmesso, digitato o qualunque sia la definizione: questo tipo di lingua utilizzato in rete non si trova nella letteratura, né nelle riviste, né in altri tipi di generi scritti. 1 La lingua del web non è uniforme e, anzi, ha molte sfaccettature: oggi siamo in grado di descriverne molte, sebbene sia una varietà linguistica in continuo cambiamento, e chiaramente potremo prendere in esempio ciò che è stato finora, ma non possiamo prevedere cosa verrà nell’immediato futuro. Questa tesi cerca di fare i conti con l’evoluzione veloce dei modi di comunicare, tenendosi per quanto possibile aggiornata alle conoscenze del 2019. Cercheremo di fare un breve sommario sulla situazione linguistica attuale del web italiano, e di focalizzarci su alcuni fenomeni in particolare. Nel primo capitolo analizzeremo le più notevoli differenze tra il web delle origini (riferendoci alla grande diffusione degli anni ’90) e il web 2.0, tipico invece del decennio successivo – e di oggi. Nel secondo capitolo introdurremo l’argomento YouTube: cos’è, come funziona, qual è il motivo per cui ci interessa linguisticamente. Nel terzo capitolo analizzeremo i commenti sotto ai video di Andrea Galeazzi, notando dei risvolti linguistici e mettendoli in rapporto tra loro. 1 Sabatini, 1982 e 1997; Gastaldi, 2002