Le rappresentazioni mentali in gravidanza nella genitorialità tipica e ''a rischio'': strategie di prevenzione e di intervento precoce
Nel presente Lavoro, verrà esaminata in particolare la maternità “a rischio depressivo”, analizzando le sue caratteristiche e come è possibile intervenire per prevenirla o per contenere i suoi effetti problematici, sullo sviluppo infantile e sulla relazione di attaccamento tra madre e bambino.
Il presente Elaborato è strutturato in tre capitoli.
Nel primo capitolo, focalizzerò la mia attenzione sulla relazione madre-bambino, ossia sull’importanza del legame di attaccamento.
Inizialmente, presenterò Bowlby e vedremo tramite quale percorso si è costituita la Teoria dell’attaccamento e come in questi ultimi venti anni essa si è trasformata, infatti, il suo oggetto di interesse e di studio con il tempo è cambiato: dall’analisi dei comportamenti e dei segnali che contribuiscono a strutturare, nella relazione che il bambino intrattiene con le figure adulte più significative, a partire dai genitori, i suoi legami o pattern di attaccamento, si è arrivati a mostrare più interesse per i modelli rappresentazionali circa le proprie relazioni di attaccamento che il bambino costruisce nel primo anno di vita. [...]
Nel secondo capitolo, presenterò una rassegna teorica degli studi e delle ricerche svolti in merito alla gravidanza e alla maternità.
Inizierò, presentando l’importanza del “desiderio di maternità”, vedremo come esso si costituisce già a partire dall’infanzia di ogni donna (Freud, S., 1915), come è legato alle esperienze vissute con i propri genitori e come influenza l’andamento della gravidanza e i sentimenti verso il feto, ossia, verso il bambino immaginario e verso il bambino reale (Lebovici, S., 1983), dopo la nascita.
In seguito, analizzerò le fasi che costituiscono il processo di gravidanza, cercando di capire l’importanza che ogni fase possiede, infatti, durante tutta la gestazione, la donna affronta una serie di compiti adattativi (Bibring, G. L., 1959, 1961) e il modo in cui essi verranno fronteggiati, influenzerà sia l’identità individuale della donna, sia il rapporto che si instaurerà tra Ella e il proprio figlio. [...]
Successivamente, analizzerò le rappresentazioni mentali materne che si costituiscono durante la maternità, vedremo proprio che i vari cambiamenti, che si verificano durante la gestazione, comportano sostanziali modificazioni nel mondo rappresentazionale della donna, tutto ciò si ripercuoterà nel rapporto tra madre e bambino.
Ancora, presenterò i diversi stili materni che la donna può acquisire nel corso della gravidanza nei confronti di suo figlio e vedremo come numerose ricerche, (Raphael-Leff, J., 1983) studiando le relazioni precoci madre-bambino, hanno cercato di individuare una continuità tra lo stile materno adottato in gravidanza e il tipo di cura fornito al bambino dopo la nascita.
Inoltre, considerando gli sviluppi più attuali degli studi in questo ambito, presenterò gli aspetti teorici e applicativi, dell’analisi delle rappresentazioni paterne durante e dopo la gravidanza, mostrando l’utilità di un altro indispensabile strumento: l’IRPAG, intervista per le rappresentazioni paterne durante la gravidanza (Ammaniti, M., Odorisio, F., Tambelli, R., 2006)
Infine, prenderò in considerazione alcuni strumenti utilizzati nella ricerca e nel lavoro clinico, che consentono di esplorare le rappresentazioni mentali genitoriali prima e dopo la nascita del bambino, come: l’IRMAG e l’IRMAN (Ammaniti, M., Candelori, C., Pola, M., Tambelli, R., 1995) e la Working Model of the Child Interview (Zeanah, C. H., 1992; Zeanah, C. H., Benoit, D., 1995; Zeanah, C. H., Larrieu, J. A., Heller, S. S., Valliere, J., 2000).
Nel terzo e ultimo capitolo, approfondirò le caratteristiche della maternità “a rischio depressivo”. Vedremo che la genitorialità, intesa come processo, non sempre viene affrontata e gestita facilmente dai futuri genitori e in particolare dalla neomamma, a volte, come nel caso in cui la madre sviluppa una depressione post-partum, essa diviene molto difficile, pensiamo che ogni donna che si prepara a diventare mamma deve affrontare una serie di compiti adattativi (Bibring, G. L., 1959, 1961) e mmaginiamo che nel caso in cui la donna è affetta da depressione post-partum, questi compiti non solo diventano più complessi, ma anche più numerosi.
Analizzando le varie caratteristiche della depressione post-partum, il tipo di comportamento, il tipo di accudimento e il tipo di rappresentazioni materne nei confronti di se stesse e del bambino, che le donne depresse possiedono, scopriremo che essa può provocare esiti negativi sullo sviluppo infantile, incrementando l’incidenza dell’instaurazione di legami di attaccamento insicuri tra bambino e caregiver (madre).
Nonostante ciò, mostrerò che esistono diverse possibilità di intervenire in queste situazioni, fornendo la giusta prevenzione e l’adeguato supporto alle madri in difficoltà e ai loro bambini, non solo dopo la nascita, ma già a partire dalla gravidanza, sulla base dell’analisi delle rappresentazioni mentali materne.
In particolare, presenterò alcuni programmi di intervento denominati interventi “Home Visiting”, utili per supportare e favorire la genitorialità e un rapporto positivo tra genitori e figli.
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Informazioni tesi
Autore: | Valentina Orani |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Cagliari |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Scienze e tecniche psicologiche |
Relatore: | Loredana Lucarelli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 112 |
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