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Chora: dal Timeo di Platone all'istanza femminista postmoderna

La discussione prende le mosse dal complicato concetto di chora (intesa riduttivamente come luogo, spazio) presentato da Platone nelle pagine centrali del suo Timeo. E' adottato pricipalmente il punto di vista critico di alcuni influenti pensatori postmoderni, fra i quali Jacques Derrida e Luce Irigaray. Viene innanzitutto discussa la struttura narrativa dell'opera platonica e la posizione di chora all'interno di essa, con riferimenti alla tecnica compositiva denominata "mise en abyme". Successivamente sono analizzate le diverse caratteristiche di chora, con un particolare riguardo ai suoi legami con i concetti di luogo e di spazio. Nella parte finale si opera il collegamento fra chora e la rivoluzionaria riflessione che il movimento femminista postmoderno ha operato intorno al discorso architettonico, rifacendosi in particolare a un saggio di Elizabeth Grosz. Si sottolinea come il concetto di chora, portatore di una logica spiazzante e contraddittoria, possa essere utilizzato all'interno di una simile riflessione, e trovi addirittura un'applicazione pratica a proposito di ambienti informatici e di digital divide.

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2 chora: dal Timeo di Platone all’istanza femminista postmoderna 1. POSIZIONE DI CHORA NEL TIMEO PLATONICO La struttura formale del Timeo è, a una lettura superficiale e distratta, apparentemente lineare, classica e tradizionale come del resto si converrebbe a un dialogo scritto da Platone. Ma volendo andare oltre a una simile lettura, ingenua nel senso semiotico del termine, 1 ci si accorge ben presto che sotto molteplici aspetti il dialogo presenta una complessità e una stranezza sorprendenti, sin dall’iniziale, e a prima vista banale, domanda di Socrate: “Uno, due, tre! E il quarto (…) dov’è?” (Timeo, 17A) 2 Leggendo criticamente il dialogo si può notare come questa frase anticipi e al contempo metta in rilievo (si tratta proprio della prima battuta del Timeo) quella che sarà una struttura e un’articolazione ricorrente nel dialogo. Seguendo le indicazioni di Sallis, tre sono appunto le persone che saranno successivamente impegnate in discorsi (Socrate, Crizia e Timeo), poiché la presenza di Ermocrate si limiterà a una sola battuta di passaggio. Tre sono anche le parti in cui è tradizionalmente suddiviso il lungo intervento di Timeo, né soprattutto si può ignorare la fulminante epifania del cosiddetto terzo genere (47E), quello della Necessità. 3 1 Il lettore ingenuo per la teoria semiotica è colui che si limita a interpretare il senso letterale di un testo, mentre il lettore critico ripercorre le proprie mosse interpretative per capire come il testo le abbia formate. 2 Le citazioni dal Timeo saranno sempre intese come estratte da Platone, Timeo, a cura di Giovanni Reale, Milano, Bompiani testi a fronte, 2000, traduzione italiana di Giovanni Reale. La numerazione segue esattamente l’edizione critica attualmente di riferimento (J. Burnet, Platonis Opera, Oxonii). 3 Sallis J., Chorology: on beginning in Plato's Timaeus, Bloomington, Indianapolis, Indiana University press, 1999, pagg.7-9.

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