''Morte bella parea nel suo bel viso''. Connessioni macrotestuali nei Triumphi di Petrarca

Accade spesso che un testo incompiuto, come sono i Triumphi di Francesco Petrarca, generi delle difficoltà nello studioso che si accinga a ricercarne l'ossatura compositiva, il progetto di fondo, l'organicità. Nei Triumphi questo problema non si pone, o si pone solo in parte: Petrarca non ci ha lasciato un'opera incompiuta nel senso di incompleta o frammentata (cosa che invece si può dire di un altro suo vagheggiato magnum opus, l'Africa); l'incompiutezza dei Triumphi è, per così dire, interna, sua propria, e concerne il lavoro di labor limae tanto caro al poeta umanista. I Triumphi sono incompiuti in quanto, attraverso gli spiragli aperti da un organismo testuale che è - nel suo complesso - coeso, si intravedono le cicatrici di un animo interiormente lacerato, non pacificato, che a volte dà l'impressione di scrivere «in contrasto con le sue più intime convinzioni».
Questa tesi ha appunto l'obiettivo di dimostrare e rimarcare l'unitarietà dei Triumphi attraverso il rinvenimento della fitta rete di richiami intratestuali (il richiamo intratestuale è un modus operandi caro al poeta preumanista) anche fronte di una stesura scrittoria complicata e frammentata nel tempo, come rilevato dalla filologia.