Una scuola per formare i ''guerrieri Xucuru''. Studio di un progetto di cooperazione in Brasile.
L’oggetto di studio della tesi è il micro-progetto di sviluppo comunitario attuato dalla Organizzazione Non Governativa brasiliana Centro di Cultura Luiz Freire finalizzato alla creazione di una scuola specifica, differenziata e interculturale, nella comunità di indios Xucuru. Esso si inserisce nel più ampio progetto di cooperazione internazionale che pone come obiettivo principale il recupero delle terre originariamente in possesso del popolo indigeno, in nome del rispetto dei diritti umani e della differenza culturale.
Gli attori coinvolti nel macro-progetto sono, in primis, il popolo beneficiario; le organizzazioni della società civile locale (Consiglio Indigenista Missionario -organismo legato alla Conferenza Episcopale Brasiliana- e il Centro di Cultura Luiz Freire di Recife; e in qualità di partner internazionale la Onlus romana SAL (Solidarietà con l’America Latina).
Il popolo Xucuru d’Ororubá è originario del Pernambuco, stato situato a Nord-est del Brasile. Il popolo è localizzato nel municipio di Pesqueira, a circa 216 Km dalla capitale Recife, conta una popolazione di 9500 abitanti distribuiti in 23 aldeias . Gli Xucuru sono un vero e proprio simbolo di una lotta – una lotta comune che coinvolge l’intera popolazione indigena brasiliana - finalizzata al rispetto dei diritti umani che si concretizza nel recupero delle terre occupate da piccoli proprietari e fazendeiros , che agli albori del XVII secolo iniziarono a sfruttare la manodopera dei popoli nativi nelle piantagioni o negli allevamenti di bestiame impiantati con il sopruso. Iniziò così, con la colonizzazione portoghese, un processo di acculturazione finalizzato alla costituzione di una società brasiliana culturalmente omogenea tesa alla produzione e alla crescita economica, secondo gli interessi del mercato.
Ieri i fazendeiros senza scrupoli mettevano a tacere un’intera etnia, costretta a negare la propria identità per sopravvivere, privandola dello spazio vitale in nome di interessi economici. Oggi le grandi multinazionali difendono il loro agrobusiness finalizzato all’esportazione secondo le richieste del mercato, accompagnate da una voce insistente che sembrava essere soffocata per sempre. E’ la voce dei nativi di quella Terra rubata e sfruttata nel più assoluto disinteresse dei diritti di chi su quella Terra viveva e della biodiversità, cioè della ricchezza dell’ecosistema originario, ormai impoverito dalle coltivazioni industriali. Una voce che si fa sempre più forte e decisa a proclamare la propria esistenza.
Gli Xucuru grazie alla loro mobilitazione sono riusciti a ri-conquistare un’area pari all’85% del totale della Terra in cui originariamente vivevano, 2.775 ettari. E’ un’incredibile conquista se pensiamo che fino al 1989 questo popolo occupava solo il 4% di essa.
La lotta parte dalla mobilitazione politica e arriva fino alla scuola, luogo dove si contribuisce a formare i “guerrieri” del futuro, uomini e donne consapevoli dei propri diritti e doveri, strumento indispensabile per valorizzare la “diversità” - la specificità della storia e della cultura di un popolo – e per evitare quindi il rischio di omologazione culturale in un mondo sempre più globalizzato. La stessa esigenza di preservare questa “diversità culturale” spiega la necessità di una scuola differenziata, intesa come spazio di rafforzamento dell’identità e riaffermazione dei valori e principi fondamentali tradizionali ma nello stesso tempo luogo di relazione e scambio interculturale, all’insegna del dialogo. Quindi una scuola interdisciplinare da realizzarsi integrando gli iter scolastici tradizionali con discipline come Storia, Storia dell’arte e Religione del popolo Xucuru. Programmi elaborati dagli stessi professori indigeni, che oltre ai contenuti mirati rispecchiano modalità di insegnamento e apprendimento specifici.
Dalle manifestazioni degli studenti romani per un’offerta formativa adeguata all’inserimento nel mondo del lavoro alle richieste dei giovani Xucuru d’oltre oceano che gridano “ A educação è um direito mas tem que ser do nosso jeito” : così è iniziato il mio percorso. Dopo un attento lavoro di analisi documentale fatto tra Roma e Recife con il materiale messo a disposizione dalla SAL e gli archivi del CIMI (Consiglio Indigenista Missionario) e del CCLF (Centro di Cultura Luiz Freire), si è svolta la ricerca sul campo, con la mediazione e l’accompagnamento dei partner locali all’esterno e all’interno delle aldeias indigene. In questo senso è stato possibile vivere nella comunità, realizzare interviste ai leader e al popolo Xucuru, partecipare a riunioni e incontri delle commissioni dei professori, visitare le scuole e i luoghi dove l’attività pedagogica continua. L’educazione prosegue, infatti, all’interno della comunità, in casa, nelle conversazioni con gli anziani , nello spazio in cui prendono vita e sono rielaborati rituali e altre pratiche culturali.
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Informazioni tesi
Autore: | Claudia Figus |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Scienze Umanistiche |
Corso: | Mediazione Linguistico Culturale |
Relatore: | Patrizia Luzzatto |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 99 |
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