Le diatomee potenzialmente tossiche in Adriatrico
Il lavoro si propone di dare un inquadramento generale sulle alghe tossiche appartenenti alla classe delle diatomee presenti in Adriatico, e in particolare alle specie appartenenti al genere Pseudo-nitzschia, diventate di estremo interesse in seguito alla segnalazione della presenza di acido domoico in mitili (Mytilus galloprovincialis) raccolti in Adriatico settentrionale lungo la costa dell’Emilia Romagna e nel golfo di Trieste nel periodo 2000-2004 (Ciminiello et al., 2005). In passato sono stati effettuati molti studi ecologici sulla distribuzione del fitoplancton nell’Adriatico settentrionale (Umani et al., 1990; Bernardi Aubry et al., 2003), tuttavia le conoscenze tassonomiche su alcuni generi sono limitate. Questo problema è particolarmente importante per le specie appartenenti al genere Pseudo-nitzschia la cui l’identificazione è generalmente inadeguata, nonostante l’importante contributo che queste specie danno in termini di biomassa, e la recente scoperta della produzione di acido domoico da parte di alcune di esse. Studi approfonditi sulla tassonomia del genere Pseudo-nitzschia sono disponibili solo per l’Adriatico meridionale (Caroppo et al., 2005). Nei lavori meno recenti svolti in Adriatico settentrionale queste specie venivano identificate solo tramite osservazioni al microscopio ottico come Nitzschia seriata e Nitzschia delicatissima e la loro classificazione dovrebbe essere aggiornata tenendo conto delle revisioni e degli approfonditi studi tassonomici svolti successivamente sul genere Pseudo-nitzschia (Hasle, 1964; 1994). Negli ultimi studi sulla distribuzione del fitoplancton (ad esempio Bernardi Aubry et al., 2003) si fa riferimento invece a Pseudo-nitzschia “gruppo delicatissima” senza scendere all’identificazione delle singole specie. Questo è dovuto alla difficoltà di riconoscimento delle specie del genere Pseudo-nitzschia quando l’analisi qualitativa e quantitativa del fitoplancton viene effettuata attraverso l’osservazione al microscopio ottico mediante il metodo di Utermohl. I caratteri distintivi risiedono infatti in particolari del frustulo siliceo, che riveste le cellule, visibili in molti casi soltanto al microscopio elettronico, dopo che è stata eliminata tutta la parte organica.
In questo lavoro sono stati analizzati dei campioni di fitoplancton raccolti con retino (20 µm) in due stazioni localizzate lungo la costa dell’Emilia Romagna rispettivamente 6 km al largo di Porto Garibaldi (lon 12°19’30”, lat 44°39’46”) e 6 km al largo di Cesenatico (lon 12°27’55” lat 44°13’56”), nell’ambito del progetto MURST-CNR PRISMA 2 (Programma di Ricerca e Sperimentazione nel Mare Adriatico), Sottoprogetto Salute Umana. Gli studi precedenti su questi campioni non avevano mai riguardato le diatomee.
La zona della costa emiliano-romagnola in prossimità della foce del Po è particolarmente favorevole alla fioritura di microalghe marine. Questo è legato all’apporto di consistenti quantità di nutrienti e sostanze umiche trasportate dalle acque fluviali.
La prima parte del lavoro consiste in una descrizione della classe delle diatomee e si sofferma in particolare sulla loro tossicità.
Nella seconda parte invece sono illustrati i procedimenti di analisi dei campioni e sono descritti i risultati dello studio. In particolare vengono analizzate le diverse specie presenti in Adriatico appartenenti al genere Pseudo-nitzschia e vengono spiegati i metodi utilizzati per il riconoscimento delle diverse specie.
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Informazioni tesi
Autore: | Marta Trombetta |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2004-05 |
Università: | Università degli Studi di Udine |
Corso: | Scienze e tecnologie per l'ambiente e la natura |
Relatore: | Giorgio Honsell |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 92 |
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