Direttiva MiFID e servizi di consulenza in materia di investimenti
Oggetto del presente lavoro è l’analisi dell’evoluzione normativa e professionale del servizio di consulenza in materia di investimenti, che è stato rivoluzionato profondamente dalla direttiva 2004/39/CE, la c.d. MiFID.
Il servizio di consulenza consiste, in linea generale, nel fornire al cliente indicazioni utili per effettuare scelte di investimento e nel consigliare le operazioni più adeguate in relazione alla situazione economica ed agli obiettivi che il cliente intende raggiungere.
Esso svolge un ruolo di primaria importanza nell’indirizzare le scelte di allocazione del risparmio degli investitori non professionali, soprattutto nelle fasi di maggiore incertezza che caratterizzano l’andamento dei mercati finanziari, quando servizi di consulenza opportunamente modulatati in funzione delle caratteristiche dei clienti e fondati su legami di fiducia consolidati nel tempo possono mitigare la tendenza a comportamenti irrazionali che portano gli investitori retail a uscire completamente dai mercati finanziari.
I servizi di consulenza, inoltre, possono favorire l’accesso degli investitori al mercato dei capitali privato, promuovendone così l’integrità, lo sviluppo e l’efficienza, e allo stesso tempo possono orientare le famiglie a detenere portafogli diversificati che garantiscono un profilo rischiorendimento più favorevole rispetto ai depositi.
Per questi motivi il legislatore comunitario, nell’ambito della direttiva MiFID, ha ritenuto opportuno reinserire la consulenza tra i servizi e le attività di investimento, assoggettandola a regole di condotta particolarmente stringenti al fine di rafforzare la tutela dei risparmiatori.
Nel primo capitolo del lavoro è analizzata l’evoluzione normativa, sul piano nazionale e comunitario, della disciplina del servizio di consulenza, istituzionalizzato nel nostro ordinamento dalla Legge n. 1 del 1991.
In seguito al recepimento della direttiva 93/22/CEE, avvenuto con il decreto Eurosim, tale servizio è stato liberalizzato. Questa impostazione è stata confermata nella redazione del Testo Unico della Finanza, per cui il servizio di consulenza poteva essere prestato da chiunque.
L’ultimo passo nella disciplina del servizio di consulenza finanziaria è stato realizzato con la direttiva MiFID, che ha di nuovo incluso la consulenza tra i servizi di investimento principali, soggetti a riserva di attività.
Nel secondo capitolo l’attenzione è focalizzata sulle nuove regole di condotta cui devono sottostare gli intermediari nella prestazione dei servizi di investimento. Tali regole sono graduate in relazione al tipo di servizio prestato e in considerazione delle caratteristiche della clientela. E’ prevista infatti la compilazione di un questionario da parte del cliente-investitore per consentire all’intermediario di giungere ad una approfondita conoscenza del risparmiatore che vuole usufruire dei suoi servizi, in modo tale da valutare l’adeguatezza e l’appropriatezza delle operazioni che l’investitore intende porre in essere.
Inoltre, viene definita e descritta la prestazione dei servizi di investimento in modalità “execution only”, che configura una mera ricezione o esecuzione di ordini senza la previsione di alcun vincolo comportamentale in capo all’intermediario.
Infine, nell’ultimo capitolo viene ricostruito il percorso normativo che ha sancito la legittimazione giuridica della nuova figura professionale, istituzionalizzata dalla MiFID, del consulente finanziario indipendente, percorso che necessita ancora di un ultimo passo per definirsi completo, cioè la creazione dell’Albo di categoria, che consenta a tali professionisti di acquisire una maggiore visibilità agli occhi della clientela, la quale usufruirà di maggiore trasparenza e tutela in quanto il consulente iscritto all’Albo è un professionista che risponde a determinati requisiti di professionalità, onorabilità, indipendenza e patrimoniali. Nel corso del seguente capitolo si procede poi con la descrizione delle caratteristiche che contraddistinguono il consulente indipendente, soggetto che opera in assenza di interessi in contrasto con quelli della clientela, e che ne consentono la differenziazione rispetto alla figura del promotore finanziario, un soggetto che effettua il semplice collocamento di prodotti finanziari per conto degli intermediari, con l’illustrazione dei vantaggi che la figura del consulente indipendente ha apportato sia ai risparmiatori sia al mercato in generale.
Infine, viene analizzata la struttura del Family Office, che può essere considerata un’evoluzione della consulenza erogata a quelle famiglie che dispongono di una notevolissima disponibilità economica e che hanno l’esigenza di essere assistite puntualmente nella pianificazione patrimoniale e degli investimenti, sia finanziari sia non finanziari, da un professionista, il family officer, che svolge quindi una importantissima funzione di protezione e di valorizzazione del patrimonio della famiglia.
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Informazioni tesi
Autore: | Alberto Gentile |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Salerno |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia e amministrazione delle imprese |
Relatore: | Rosaria Cerrone |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 124 |
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