Crisi finanziaria. Dalla genesi alle opportunità di riforma.
La crisi, una nube nera e minacciosa, generata nell’estate del 2007 negli Stati Uniti, esplosa nell’autunno 2008 e giunta in breve tempo a dimensioni globali, si è ora posata sopra le nostre teste e colpisce ogni settore: economico, finanziario e sociale.
E’ stata definita con le parole storm, distress, collapse, turmoil, crunch, ma l’esempio più positivo di intendere la crisi ci viene da un famoso aforisma di John F. Kennedy: "scritto in cinese, la parola crisi è composta da due caratteri, uno che significa pericolo e l’altro che significa opportunità".
Per quanto l’affermazione non sia etimologicamente corretta , questo aforisma è adeguato a descrivere l’essenza di una crisi. Essa racchiude in sé, sia un lato negativo, rappresentato dall’alterazione consistente dello status quo, che un aspetto positivo, vitale e di crescita: la scelta, ossia la messa a fuoco del problema e la valutazione delle possibili soluzioni.
La crisi, dunque, non deve essere vissuta come un evento totalmente negativo, bensì come un momento di transizione che può trasformarsi in opportunità.
Questo è il concetto di fondo che accompagna questo studio.
Lo scopo di questa tesi è di riportare le origini e le cause scatenanti della crisi, delineare le strategie attuate per combatterla e cogliere le opportunità di cambiamento offerte dalle condizioni finanziarie internazionali che il periodo di crisi ha prodotto.
Nel primo capitolo viene delineato il quadro macroeconomico generale alla base della crisi: uno scenario apparentemente favorevole, ma minato in profondità. Inoltre viene analizzata la nuova tipologia di finanza, la regolamentazione dei mercati, le tecniche e gli strumenti finanziari coinvolti nelle pericolose operazioni poste in essere dalle banche statunitensi.
Il secondo capitolo affronta gli eventi che hanno caratterizzato la crisi, dalla politica economica adottata da George W. Bush, 43° presidente degli Stati Uniti d’America, allo scoppio della bolla immobiliare. La trattazione prosegue analizzando gli effetti della crisi dei mutui americani sulle economie internazionali, i pericoli generati per l’economia reale e i piani d’intervento adottati per arginare gli effetti della crisi.
Nel terzo e ultimo capitolo l’attenzione si sposta sulle opportunità di riforma che l’analisi della crisi ha prodotto, sia a livello globale che europeo. Viene infine proposta una riflessione sulle lezioni giuste e su quelle sbagliate che a posteriori si possono trarre dall’esperienza della crisi, con una critica particolare al modo errato di intendere la cultura del debito.
Molte delle dinamiche trattate sono corredate da rappresentazioni grafiche che contribuiscono a focalizzare meglio gli argomenti e aiutano a rappresentarli in una visione più ampia.
La crisi finanziaria è stata approfondita nella convinzione che uno degli aspetti fondamentali dello studio economico sia quello di comprendere gli eventi che avvengono nel presente, per essere in grado di affrontare le dinamiche che si possono presentare nel futuro.
Non vi è alcuna intenzione di demonizzare la finanza, ma è importante che essa recuperi la sua funzione corretta, non di generare soldi facili, ma di attività atta al reperimento dei mezzi necessari all’esercizio delle attività economiche, che operi con meno debito, in un mercato dove la trasparenza consenta una migliore gestione dei rischi, dove la sorveglianza sia efficace, efficiente e tempestiva.
Non si vuole neppure mettere in discussione il meccanismo di debito\credito che è uno strumento finanziario di grande efficacia. Vogliamo solamente segnalare la mentalità errata che pervade i nostri tempi, che ha portato a frammentare il legame tra reddito e debito e tra economia reale e finanza.
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Informazioni tesi
Autore: | Enrico Vettori |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Padova |
Facoltà: | Scienze Statistiche |
Corso: | Economia, statistica e informatica per l'azienda |
Relatore: | Efrem Castelnuovo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 66 |
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