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Le Allucinazioni Uditive: aspetti teorici e l'esperienza di un gruppo di auto mutuo aiuto in un CSM Romano

In questo mio lavoro di tesi ho voluto esporre un confronto tra l'approccio Costruttivista Post-Razionalista e l'approccio Cognitivista standard nella teorizzazione e nel trattamento delle Allucinazioni Uditive. Ho poi voluto presentare la mia esperienza come osservatrice, durante il mio tirocinio di specializzazione in un Centro di Salute Mentale, all'interno del gruppo di auto e mutuo aiuto "Uditori di Voci".

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11 CAPITOLO 2 2.1 La storia del gruppo e le sue caratteristiche La diffusione dei gruppi per uditori di voci in Italia è stata graduale e progressiva nel corso degli anni, arrivando ad espandersi in diverse regioni della penisola. Lo studio delle allucinazioni riveste un ruolo fondamentale nella psicopatologia clinica e sperimentale sia perché sono connesse a molteplici disturbi psicotici, sia perché sono riscontrabili anche in popolazioni non critiche. Le allucinazioni possono verificarsi in numerose condizioni mediche generali, in malattie psichiatriche e neurologiche, possono essere causate da sostanze stupefacenti o da farmaci. Si riconoscono anche fenomeni allucinatori non patologici, che si verificano in circostanze particolari fra cui la deprivazione da sonno o in occasione di stress intenso quale la morte del coniuge (allucinazioni da vedovanza). Il 18 febbraio 2012, a Roma, durante il congresso della Società italiana di psicopatologia (Sopsi) si è parlato di allucinazioni uditive; presente anche il massimo esperto mondiale in questo campo, Ralph Hoffman. In Italia soffrono più o meno ufficialmente di allucinazioni uditive, sentire le voci, oltre due milioni di persone, ma si stima che possano essere il doppio, proprio perché si tende a non parlarne. In Inghilterra, nel 2011, la ricerca epidemiologica sulle voci di Eleanor Longden una psicologa con esperienza, dimostra scientificamente che sentire voci non è un segno di malattia mentale. In un discorso la Longden ricorda che Kraepelin, precursore del termine “schizofrenia”, non pensava che il fatto di sentire le voci fosse attribuibile alla demenza precoce e anche Eugene Bleuler, che ha invece coniato il termine “schizofrenia”, ha pensato che il sentire voci non è un importante sintomo psicotico. Solo con Kurt Schneider sentire le voci è diventato un "primo sintomo" della schizofrenia, anche se le voci non erano "cruciali importanti caratteristiche". Eleanor continua a dimostrare che in molte tradizioni spirituali gli uditori di voci sono accettati e apprezzati, dà esempi

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Informazioni tesi

  Autore: Zaira Bandiera
  Tipo: Tesi di Specializzazione/Perfezionamento
Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
Anno: 2016
Docente/Relatore: Antonio Fenelli
Istituito da: Associazione di Psicologia Cognitiva Roma
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 21

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Parole chiave

psicoterapia
psicosi
schizofrenia
allucinazioni
psicoterapia cognitiva
voci
gruppi di auto-mutuo aiuto
centro di salute mentale
post-razionalismo

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