Firenze alla conquista del Sudamerica: la spedizione di Ferdinando de' Medici del 1608
Dopo la pace di Cateau Cambrèsis del 1559, che pose fine al conflitto tra gli Asburgo e la Francia, si venne a costituire un nuovo equilibrio in Italia. I francesi dovettero abbandonare tutti i loro possedimenti italiani e un nuovo rapporto di forze si venne a costituire sulla penisola. Protagonisti assoluti divennero gli spagnoli, i quali, direttamente o indirettamente, controllavano l’Italia per intero. Il Sud era completamente sotto influenza spagnola, e vi rimase pressochè fino al ‘700. I francesi mantenevano in Italia il Marchesato di Saluzzo e i rapporti con il Ducato di Savoia che alla fine passò dalla parte francese per estendere la propria influenza. La Repubblica di Venezia, sebbene attaccata sotto tutti i fronti durante la Lo Stato della Chiesa rimase molto arretrato e legato all’influenza spagnola. Il Ducato di Toscana, invece, grazie all’abilità dei suoi Granduchi, riuscì a ritagliarsi uno spazio importante nell’economia delle relazioni geopolitiche del tempo. Uno dei sovrani senz’altro più lungimiranti fu Ferdinando I de Medici. Succedette al trono nel 1587; si distinse da subito come abile stratega, curando rapporti diplomatici del Granducato in modo tale da mantenere la sua autonomia politica. Spalleggiò le campagne di Filippo III e quelle del Sacro Romano Impero e appoggiò Enrico IV di Francia che stava lottando contro la Lega Cattolica. Tutte queste relazioni diplomatiche si inserirono nell’ambizioso progetto da parte del Granduca di rendere Firenze militarmente ed economicamente indipendente dalle altre potenze.
Fu proprio da questo periodo che Livorno divenne un importante centro marittimo ed economico, punto di approdo di genti dalle più diverse culture nel Ducato. La città si trasformò da piccolo centro di provincia a importante porto snodo del Mediterraneo. Ferdinando progettò di compiere nei primi del 600’ e che prevedeva la fondazione di una colonia nelle Americhe.
Il granduca tentò attraverso le sue abilità diplomatiche a strappare un possedimento in Africa, soprattutto per i minori costi che l’operazione avrebbe comportato. I re dei mari del tempo, prima dell’avvento di Inghilterra, Olanda e Francia come potenze coloniali, erano Spagna e Portogallo. Questi ultimi, in particolare, furono i primi a costruire avamposti commerciali che permisero loro il controllo costante dei mercati e il predominio sulle rotte, prima nel Mediterraneo e poi sull’Atlantico. Nel 1494 il Trattato di Tordesillas, sancito con la bolla papale Inter Caetera da Alessandro VI Borgia, divideva sostanzialmente il mondo extraeuropeo in un duopolio gestito dall’impero portoghese e da quello spagnolo.La possibilità di rendere il suo Ducato una potenza economica e militare al pari di quelle spagnola e portoghese fu per lui una grande ambizione. Ferdinando nel 1608 decise di armare una caravella e di organizzare una spedizione nel Brasile settentrionale e nelle Guiane che partì da Livorno. Insieme a Thornton - suo fidato generale inglese - decisero di visitare l’area del Rio delle Amazzoni e dell’Orinoco, alla ricerca di oro. L’obiettivo, almeno inizialmente, era quello di fondare un avamposto commerciale da base per le future spedizioni. A bordo del galeone Santa Lucia, navigarono per conto di Ferdinando per quasi un anno, facendo tappa a Trinidad e alla Caienna. Thornton rientrò a Firenze il 7 febbraio dell’anno seguente.Sfortunatamente, però, Ferdinando morì qualche mese prima del suo arrivo e il navigatore inglese non ebbe mai il piacere di riferire al Granduca riguardo le sue scoperte. Gli successe Cosimo II de Medici che decise di non dare seguito agli investimenti coloniali del suo predecessore. La situazione geopolitica divenne ancora più pressante e il piccolo Ducato tentò di destreggiarsi con varie difficoltà all’interno del mosaico di schieramenti che continuamente si fronteggiavano per l’egemonia sull’Europa: per il bilancio statale diventava impossibile investire così tante risorse per l’espansione militare.
Da lì in avanti, la priorità del Granducato fu quella della difesa dei confini nazionali e dell’investimento in politica interna. Probabilmente se Ferdinando fosse stato ancora vivo al ritorno del capitano inglese, la colonia si sarebbe costituita e nel cuore del Sudamerica, forse, ancora oggi, avremmo uno Stato di origine italiana.
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Informazioni tesi
Autore: | Antonio Quaranta |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2018-19 |
Università: | Università degli Studi del Salento |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Storia moderna |
Relatore: | Giuseppe Patisso |
Coautore: | Antonio Quaranta |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 92 |
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