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Roma set mundi: la capitale nel cinema italiano

Roma. Capitale della repubblica italiana, centro nevralgico della cristianità mondiale, protagonista della storia del mondo occidentale e, non di meno, chiave di volta della cinematografia italiana ed internazionale.
Di fatto si può attribuire all’Urbe Immortale un ruolo fondamentale all’interno del microcosmo cinematografico italiano, del quale detiene un invidiabile primato riconducibile agli albori della settima arte: Roma è stata la prima location di un film a soggetto italiano. La pellicola in questione è La presa di Roma di Filoteo Alberini , proiettata nel 1905 .
Piccoli e grandi segnali come questo mostrano come sin dal principio la Capitale fosse un polivalente contesto di riferimento: Roma come teatro delle vicende filmiche contemporanee e come viaggio storico dei passati fasti imperiali, Roma come essenza e passionale carattere dei personaggi, come riferimento lontano, come paragone vicino. Roma insomma, in tutte le sue sfumature.
Anche in termini di strutture ed attrezzature l’Urbe ha sin dagli albori ricoperto un ruolo di prim’ordine: agli inizi del Novecento si contavano già più di cinquanta locali o “saloni” regolarmente adibiti ad uso cinematografico, dai nomi spesso esotici o patriottici, completi di scritte, cartelloni, lampadine elettriche, botteghino, platea e galleria, sedie e cabine di proiezione.
D’altro canto era ormai cominciata la grande “corsa all’oro” di esercenti e produttori italiani che portò in breve tempo addirittura a una suddivisione ben precisa fra generi e sottogeneri cinematografici.
Da lì in poi, fu un’escalation incontrollata di sviluppo: alla Cines di Alberini seguiranno numerose case di produzione più o meno importanti, non di rado dai nomi evocativi per la città e con forti richiami latinisti (come la Caesar Film, la Roma Film, la Venus Film, la Colosseum Film etc.).
Il percorso che porterà alla nascita di Cinecittà, vero fiore all’occhiello dell’industria cinematografica italiana come struttura a ciclo completo (ossia all’interno della quale il film poteva attraversare le varie fasi sino alla messa in commercio finale, senza alcun altro intervento esterno), fu inaspettato: nella notte del 26 Settembre 1935 infatti gli studi della Cines (diventata nel frattempo la più grande casa di produzione cinematografica nazionale) furono distrutti da un incendio, le cui circostanze non furono mai chiarite fino in fondo. Ciò portò all’immediata necessità di costruire una struttura adeguata che potesse sopperire al disastro avvenuto.
In soli 457 giorni, il 28 Aprile 1937, vide la luce dunque “Cine-città” : 140.000 metri quadrati di terreno edificabile e spazi aperti per le riprese in esterno, 12 teatri di posa di varie dimensioni, vasche navali, stabilimenti di sviluppo stampa, sonorizzazione e montaggio, uffici, officine, magazzini, sartorie, laboratori, impianti e macchinari fra i più moderni in Europa, qualcosa infine come circa 1.200 dipendenti. Il più importante stabilimento cinematografico d’Europa, nella capitale – politica, sociale, geografica e cinematografica – d’Italia.
Ma c’è dell’altro. Al di là degli aspetti meramente tecnici e strutturali, la città ferveva di produttività creativa, di idee, di storie. Un territorio acerbo come il cinema, d’altronde, non attendeva altro che essere arricchito.
Fondamentale fu il periodo antecedente alla prima guerra mondiale, in cui Roma giocò un ruolo importante nel contesto dell’enorme espansione del cinema italiano.
L’estremo gradimento del genere storico-mitologico, dei racconti del mito di Roma Antica e tutto ciò che ne consegue, valicò brevemente i confini nazionali grazie anche alla felice intuizione di imprenditori dell’epoca le cui “scommesse” di esportazione si tradussero in breve tempo in vittorie di pubblico. Fu l’epoca del cinema esportato, dei feuilleton romani e/o medioevali e delle prime icone cinematografiche femminili.
Tuttavia a questo primo “periodo d’oro” seguì una crisi, a Roma e nell’Italia tutta, della produzione e dell’esportazione di pellicole, dovuto agli effetti del primo dopoguerra contemporaneamente al sempre maggior potere acquisito dal cinema americano (per nulla toccato dallo scontro bellico).
Fu solo col fascismo che il cinema ebbe una forte risalita (principalmente a Roma per motivi, ora, anche politici e istituzionali). Come sopra citato l’avvento di Cine-città promosse un notevole incremento di prestigio ma anche della produzione stessa, e l’aver individuato nel cinema (sull’esempio della cinematografia sovietica) un forte veicolo propagandistico, giocò il suo ruolo e influì nettamente sullo sviluppo delle tendenze cinematografiche della seconda parte della prima metà del secolo .

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- 2 - INTRODUZIONE Roma. Capitale della repubblica italiana, centro nevralgico della cristianità mondiale, protagonista della storia del mondo occidentale e, non di meno, chiave di volta della cinematografia italiana ed internazionale. Di fatto si può attribuire all’Urbe Immortale un ruolo fondamentale all’interno del microcosmo cinematografico italiano, del quale detiene un invidiabile primato riconducibile agli albori della settima arte: Roma è stata la prima location di un film a soggetto italiano. La pellicola in questione è La presa di Roma1 di Filoteo Alberini2, proiettata nel 19053. Piccoli e grandi segnali come questo mostrano come sin dal principio la Capitale fosse un polivalente contesto di riferimento: Roma come teatro delle vicende filmiche contemporanee e come viaggio storico dei passati fasti imperiali, Roma come essenza e passionale carattere dei personaggi, come riferimento lontano, come paragone vicino. Roma insomma, in tutte le sue sfumature. Anche in termini di strutture ed attrezzature l’Urbe ha sin dagli albori ricoperto un ruolo di prim’ordine: agli inizi del Novecento si contavano già più di cinquanta locali o “saloni” regolarmente adibiti ad uso cinematografico, dai nomi spesso esotici o patriottici, completi di scritte, cartelloni, lampadine elettriche, botteghino, platea e galleria, sedie e cabine di proiezione. 1 Una ricostruzione storica dell’entrata in Roma dei bersaglieri piemontesi, attraverso la breccia di Porta Pia, il 20 Settembre 1870. Il film, prodotto con l’aiuto del Ministero della Guerra (per le uniformi, l’artiglieria e i soldati), era costituito da sette tableaux e lungo 250 metri. 2 Originario di Orte (1865-1937), fu il primo imprenditore cinematografico a Roma. Fu esercente del settore cinematografico, produttore e regista. 3 Altre città erano tuttavia altrettanto attive sul fronte della produzione cinematografica: Torino, grazie anche alla vicinanza della Francia, diede un forte contributo per il cinema muto (a Torino risiedevano inoltre grandi case di produzione, come la Ambrosio e la Itala) mentre Napoli, altrettanto attiva sul fronte della produzione, fu teatro dei primi film realisti (Assunta Spina, Sperduti nel buio).

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Informazioni tesi

  Autore: Alessandro Reale
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Roma Tor Vergata
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Storia, Scienze e Tecniche della Musica e dello Spettacolo
  Relatore: Fabrizio Natalini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 64

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