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Iside e Maria di Nazareth attraverso mito e stregoneria

Questa tesi è volta all'analisi della trasformazione di diverse figure femminili venerate in periodi antichi e che sembrano essere legate alla millenaria cultura contadina.
Per questo lavoro ho preso in esame alcune divinità femminili, quali Iside ed anche Diana ed Ecate, che col passar del tempo hanno assunto caratteri demoniaci, assimilandosi poi alle streghe, anch’esse caratterizzate dall’uso della magia e dall’appartenenza alle credenze contadine, per poi giungere alla figura di Maria Vergine.
A tal proposito ho preso in analisi il testo di Margareth Murray, la quale aveva sostenuto l'esistenza dietro le testimonianze delle streghe di un culto primitivo di fertilità, sopravvissuto nell'Europa medievale e moderna, fondato sulla venerazione di due divinità incarnanti lo spirito maschile e femminile, comunque rigettata dagli storici di professione.
La tesi principale della Murray è, che la stregoneria, o culto di Diana, che include le concezioni religiose e i riti dei soggetti conosciuti nel tardo Medioevo come “streghe”, e la partecipazione al cosiddetto gioco di Diana, quasi certamente un rito pagano di iniziazione femminile presentano dei tratti in comune, in particolare: il rito celebrato in onore di una divinità femminile, l’assegnazione di particolari saperi durante la celebrazione da parte della Domina ludi, l'uccisione rituale di bestie o uomini e la loro resurrezione, infine il volo notturno a dorso di animali per condursi sul luogo del rito.
Iside appare dea della vegetazione e quindi della rigenerazione completa, ed insieme ad Osiride e Horus come la Triade divina, una sorta di Sacra Famiglia, forse già paradigma per religioni successive.
Inutile ricordare come Iside divenga, soprattutto nel I secolo d.C., la Dea-Madre più onorata in tutto il bacino mediterraneo e come il suo culto si affermi con forza nella stessa Roma.
È noto che Iside, quale “Regina caeli”e quale Dea-Madre, ha passato molti dei suoi attributi alla Vergine Maria .
Del resto, come osserva il Di Nola, si può dire che nella storia antica la Madonna sia stata protagonista delle apparizioni e delle visioni di singole persone o intere folle, fortemente suggestionabili.
Spesso destinatari di queste visioni, sono stati bambini di famiglie povere e contadine, che entravano quasi in estasi o trance.
E’ soprattutto nelle epoche più recenti, che alla figura delle divinità classiche, particolarmente venerate ed oggetto delle antiche apparizioni, si è sostituita la Madonna, la cui devozione è cresciuta ampiamente.
Queste manifestazioni della Vergine si sono incrementate in ogni paese e villaggio nel corso del 1900.
Per lo studioso la Chiesa in questo caso, ha mantenuto una posizione ambigua, perché da un lato poneva un freno e pronunciava condanne, dall’altro riconosceva alcune apparizioni della Madonna e ha favorito il flusso imponente dei pellegrini a Fatima, Lourdes, Medjugorje ed alla Salette.
Fenomeni questi, che hanno accentuato la morbosità del culto mariano, frequentemente dovuto all’interesse meramente economico delle varie congregazioni cattoliche, motivo della frattura tra la Chiesa cattolica e le altre chiese cristiane.
Quest’ultime dichiarano superstizione questo tipo di credenze, disseminate nella Chiesa e nei culti locali di quasi tutti i paesi cattolici.
Fino all’VIII secolo il culto per Maria non fu molto presente nella Chiesa cristiana, fino ad allora aderente ad una visione maschilista e patriarcale-pastorale, ma anche se in origine fu modesto, tale culto è poi divenuto prorompente.
Di Nola cita a tal proposito, la Madonna di Pompei, per l’importanza che rivestiva per fedeli e pellegrini, dove “l’anima della Madonna è l’affidamento al piano di una inesausta carità moderna, e tutto si risolve in un grido di attesa filiale, di un parlare a tu per tu che fanno i miei contadini ignari di teologia”.

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1 Introduzione Questa tesi è volta all'analisi della trasformazione di diverse figure femminili venerate in periodi antichi e che sembrano essere legate alla millenaria cultura contadina. Per questo lavoro ho preso in esame alcune divinità femminili, quali Iside ed anche Diana ed Ecate, che col passar del tempo hanno assunto caratteri demoniaci, assimilandosi poi alle streghe, anch‟esse caratterizzate dall‟uso della magia e dall‟appartenenza alle credenze contadine, per poi giungere alla figura di Maria Vergine. A tal proposito ho preso in analisi il testo di Margareth Murray, la quale aveva sostenuto l'esistenza dietro le testimonianze delle streghe di un culto primitivo di fertilità, sopravvissuto nell'Europa medievale e moderna, fondato sulla venerazione di due divinità incarnanti lo spirito maschile e femminile, comunque rigettata dagli storici di professione. La tesi principale della Murray è, che la stregoneria, o culto di Diana, che include le concezioni religiose e i riti dei soggetti conosciuti nel tardo Medioevo come “streghe”, e la partecipazione al cosiddetto gioco di Diana, quasi certamente un rito pagano di iniziazione femminile presentano dei tratti in comune, in particolare: il rito celebrato in onore di una divinità femminile, l‟assegnazione di particolari saperi durante la celebrazione da parte della Domina ludi, l'uccisione rituale di bestie o uomini e la loro resurrezione, infine il volo notturno a dorso di animali per condursi sul luogo del rito. Le idee espresse nell‟ opera della Murray hanno finito con l‟imporsi, per il fatto che in un primo tempo, si addentrano

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