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La previdenza complementare: un ritorno alla mutualità

La funzione solidaristica e mutualistica che ha caratterizzato la previdenza sindacale e sociale fin dalle sue origini risiede oggi nella tutela del capitale previdenziale costituito dalle somme accantonate nel conto individuale di ciascun lavoratore e nel suo accrescimento grazie al rendimento che tali somme maturano nell'investimento finanziario.
E’ così che una parte della dottrina ha iniziato a farsi attenta alle esigenze del mercato e alla relazione che sussiste tra esso e la previdenza complementare a cui è sottesa la (nuova) funzione solidaristica che continua ad essere realizzata dalla previdenza complementare sindacale, anche se il regime a contribuzione definita, e cioè del regime a capitalizzazione individuale, adottato dalla riforma del 1993 (D.lgs 124/93) ne ha attenuato, senza escluderli i valori tradizionali la funzione mutualistica che aveva caratterizzato fin dalle sue origini la previdenza sociale,
Alcuni dei tratti caratteristici dell’attuale previdenza complementare, dei suoi aspetti strutturali e funzionali, corrispondono ai presupposti della previdenza organizzata dalle società del mutuo soccorso.
I principi della autonomia organizzativa e funzionale,dell’autofinanziamento, della corrispettività e della volontarietà - tratti caratteristici dell'attuale previdenza complementare - ci consentono di parlare di un ritorno alla mutualità.
L’ autonomia organizzativa e funzionale trova oggi nella gestione organizzativa ripartita tra datore e prestatore di lavoro uno dei suoi aspetti essenziali. Allo stesso modo Le società del Mutuo soccorso erano gestite direttamente dai rappresentanti dei lavoratori.
L’autofinanziamento è una delle altre caratteristiche essenziali dell’attuale previdenza complementare e delle previdenza sociale delle origini, che si basa sul contributo esclusivo del lavoratore, il contributo datoriale quando è previsto dalla contrattazione collettiva, con la esclusione del ricorso alla fiscalità generale e il contributo dello Stato come avviene nella previdenza pubblica.
Altro elemento che contraddistingue l’attuale previdenza complementare è la volontarietà , richiamata dal comma V dell’art. 38, che è sicuramente espressione di interessi privati dei soci lavoratori. Essa rappresentava uno degli aspetti fondamentali della Previdenza sociale delle origini.
Lo stato non si oppose alle società del mutuo soccorso e all’associazionismo operario: con una legge, alla fine dell’800 riconosceva la possibilità di organizzarsi liberamente.

Ma l’elemento che maggiormente indurrebbe a considerare la previdenza complementare ispirata al sistema della previdenza sociale delle origini è il ritorno al principio dell’automaticità delle prestazioni in ragione del contributo previdenziale versato dal lavoratore. Questo aspetto contraddistingue nettamente l'attuale previdenza complementare da quella pubblica che non accoglie tali regole.

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INTRODUZIONE 1. Fino alla rivoluzione industriale a cui consegue, come è noto, una forte urbanizzazione e l’uso delle macchine non si ha un’idea di previdenza così come viene intesa nell’attualità, in quanto il problema della sicurezza ha una incidenza limitata e l’assistenza si fonda sulla beneficienza. Le prime forme di protezione che successivamente si attuano nascono pertanto dalla necessità di contrastare la diminuzione, talvolta l’inesistenza, della sicurezza nei luoghi di lavoro e la diminuzione della capacità di gua- dagno conseguente agli incidenti derivanti dai nuovi mezzi meccanizzati introdotti nella produzione. Tale disagio è immediatamente percepito dal prestatore di lavoro che autonomamente crea e finanzia le società del mutuo soccorso. La tutela previdenziale, che oggi guarda alla sicurezza sociale e ri- guarda il cittadino come tale, nel nostro paese nasce, quindi, pochi lustri prima del periodo corporativo, come strumento fortemente saldato al rap- porto di lavoro, destinata a realizzare una forma di solidarietà limitata ai datori di lavoro ed ai lavoratori subordinati e governata dalla cosiddetta corrispettività tra contributi prestati e prestazioni erogate.

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d.lgs 252/2005
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