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La NATO , il Golfo Persico e l'Iniziativa di Cooperazione di Istanbul

L'Iniziativa di Cooperazione di Istanbul è una proposta di partnership lanciata dalla NATO nel 2004 e rivolta ai paesi del Gul Cooperation Council, organizzazione regionale sorta nel 1981 che riunisce sei dei più importanti paesi della regione, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Qatar, Oman, Kuwait, e accolta con favore da Bahrein, Emirati, Qatar e Kuwait.
Questa prevede cooperazione nel settore della sicurezza, in particolar modo nella riforma della difesa, esercitazioni congiunte per migliorare l'interoperabilità delle forze armate, lotta contro il terrorismo, sicurezza delle frontiere, lotta contro le armi di distruzione di massa, creazione di piani civili di emergenza in caso di catastrofi.
Molti sono i punti deboli dell'Iniziativa NATO, le sue implicazioni e le potenzialità.

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Introduzione La presente ricerca si occupa della proposta di cooperazione rivolta dalla NATO nel giugno del 2004 ai paesi del Golfo Persico facenti parte del Consiglio di Cooperazione del Golfo (Gulf Cooperation Council, GCC), proposta che ha dato origine ad una partnership, denominata Iniziativa di Cooperazione di Istanbul (ICI), che coinvolge l'Organizzazione transatlantica e quattro paesi del Golfo, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait e Qatar. Ciò che mi ha spinto a confrontarmi con questo tema è stata la volontà di approfondire il ruolo politico, e non strettamente militare, rivestito dalla NATO nello scenario internazionale, spesso trascurato, e la possibilità di concentrarmi su un'area di grande rilevanza geo-politica e geo-strategica per le sorti degli equilibri internazionali, e su avvenimenti di stretta attualità, la cui comprensione è fondamentale per capire gli sviluppi futuri del quadro strategico regionale e internazionale. L'obiettivo della presente ricerca è quello di individuare i motivi principali dell'interesse della NATO per la regione del Golfo, e in particolare quali siano gli scopi che l'Organizzazione si è prefissata con il varo dell'ICI, e se questi siano stati raggiunti, o se si sia sulla buona strada per raggiungerli in futuro. Altresì la mia ricerca mira ad evidenziare, non solo le ragioni che hanno spinto la NATO ad accrescere il suo impegno nei confronti del Golfo Persico, ma anche le motivazioni che hanno spinto gli stessi paesi del GCC destinatari dell'Iniziativa, ad accoglierla o a rifiutarla, come deciso dall'Arabia Saudita e dall'Oman. La presente ricerca, non potendo ovviamente ignorare l'estesa presenza statunitense nella regione, tende a verificare quali siano le sue interazioni con il progetto della NATO, e se eventualmente la NATO, tramite l'ICI, possa porsi seriamente come un'alternativa alle garanzie di sicurezza offerte dagli Stati Uniti. Per fare ciò ho dedicato una buona parte della mia ricerca a delineare sinteticamente, ma il più chiaramente possibile, il quadro strategico complessivo all'interno del quale l'ICI va si inserisce, e le possibili interazioni con le altre iniziative rivolte all'ampia area geo-politica del Grande Medio Oriente, cui il Golfo fa parte. La ricerca è stata effettuata prevalentemente sulla base di materiale documentario prodotto dalla NATO, sul quale sito web è stato possibile reperire dichiarazioni ufficiali, sia dei Segretari Generali che si sono succeduti alla guida della NATO dal momento in cui l'ICI è stata varata, Jaap de Hoop Scheffer e Anders Fogh Rasmussen, sia le dichiarazioni conclusive dei Vertici dei Ministri degli Esteri e dei Capi di Stato e di Governo dei paesi membri, utili per individuare i momenti storici e le motivazioni che hanno spinto l'Organizzazione transatlantica a guardare con accresciuto interesse il Golfo. Nel sito dell'Alleanza è stato inoltre possibile consultare diversi testi ufficiali, tra i quali quello dell'ICI, necessario per apprenderne le motivazioni ufficiali e darne una corretta definizione. Molto utili sono state anche le trascrizioni dei discorsi, tenuti sia dal Segretario Generale, sia da diversi Ambasciatori NATO come Claudio Bisogniero, Alessandro Minuto Rizzo, Martin Erdmann e Jean François Bureau, alle conferenze e ai seminari organizzati proprio in seno all'ICI, i quali hanno fornito diversi spunti di analisi, poi approfonditi nella presente ricerca. Se il sito della NATO si è rivelato utile e completo, lo stesso non si può dire del sito ufficiale del GCC, nel quale nessun cenno viene fatto all'iniziativa di partnership che lega la maggior parte dei suoi membri alla NATO, ed è ugualmente difficile reperire materiale documentario che testimoni la storia e le azioni dell'organizzazione stessa, a parte il proprio Trattato Istitutivo e alcune, ma solo le più recenti, dichiarazioni ufficiali che seguono alla riunione annuale del Consiglio Supremo del GCC. 1

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